Venerdì scorso si è svolta a Roma, nella Sala delle Regioni in via dei Frentani, la riunione del Comitato di coordinamento del Forum delle associazioni degli italiani nel mondo (FAIM).
La riunione ha passato in esame i diversi aspetti di carattere organizzativo relativi all’iter e allo svolgimento del congresso del Forum che si terrà in Roma il 29 aprile prossimo.
Il Comitato ha fatto il punto sulle conferme pervenute finora da parte delle associazioni che già avevano aderito alla iniziativa degli “Stati Generali” e definito l’articolazione dei contenuti della relazione che aprirà il congresso, il cui tema è “70° della Repubblica: La Repubblica di tutti gli italiani – Costituzione, diritti e lavoro dell’Italia migrante”.
Il programma dei lavori – spiega il comitato organizzatore, “prevede, in specie, un focus sull’evoluzione dei processi migratori e sulle nuove questioni che si pongono sia a livello nazionale che internazionale, sul piano dei diritti sociali e umani e sulla importante funzione che le collettività migranti possono assolvere nella costruzione di nuovi e positivi equilibri. L’assemblea congressuale si concluderà con l’elezione degli organi e con il programma di lavoro della Faim per i prossimi anni. Con il congresso del Forum si costituisce un soggetto di forte rappresentanza sociale del mondo delle associazioni largamente rappresentativo, autonomo e pluralistico mirato a rafforzare il ruolo delle associazioni nelle comunità italiana all’estero e nella rappresentazione delle loro rivendicazioni verso le istituzioni ai diversi livelli”.
Durante la riunione di venerdì, il Comitato di coordinamento ha anche preso in esame l’avvenuta ricomposizione del CGIE ritenendo “importante ed impegnativo il compito che al suo interno attende ai suoi componenti che, provenienti dall’estero e di nomina governativa, sono espressione del mondo delle associazioni, per natura e finalità, diverse dai partiti politici”. Nella stessa occasione sono state espresse “perplessità per la nomina del rappresentante del MAIE fra le associazioni nazionali, dal momento che lo stesso si configura ed opera come rappresentanza partitica, con propri eletti in Parlamento. Nel rispetto della legge istitutiva del Cgie, questa organizzazione avrebbe dovuto essere inserita nella quota riservata ai partiti”.
Il Comitato di coordinamento, concludendo, ha espresso “il forte auspicio che, dalla composizione degli organi che ne devono garantire il funzionamento e, poi, nell’impegno per il rilancio dell’attività del CGIE su basi nuove, la componente associativa, unitariamente e insieme a quanti intendono i impegnarsi nel suo rinnovamento possa contribuire in modo determinante a trovare le soluzioni più idonee ed efficaci”. (aise)
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