La stagione alpestre svizzera candidata al patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO

Con la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che si distingue dalla Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale, l’UNESCO mira a proteggere un patrimonio che non si materializza nello spazio, ma nel tempo, nelle pratiche comunitarie e nelle interazioni sociali. Tale patrimonio comprende tradizioni viventi come le espressioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali, i riti e le feste, le conoscenze relative alla natura e all’universo e le abilità artigianali. Illustra così la creatività umana e testimonia la grande diversità delle espressioni culturali nel mondo.

La salita e la discesa dagli alpeggi, i metodi di produzione del formaggio, le competenze legate alla gestione dei pascoli, la fabbricazione artigianale degli utensili e i canti tradizionali costituiscono un repertorio di usi e costumi, competenze e rituali tipico della stagione alpestre e ne fanno una tradizione oltremodo vivace. Eppure il suo futuro solleva diversi interrogativi, per esempio riguardo alla trasmissione di questi saperi o all’adattamento della pratica dell’alpeggio ai cambiamenti climatici. La preparazione della candidatura ha permesso di individuare misure concrete per far sì che questa tradizione possa essere trasmessa alle generazioni future.

Il dossier è stato elaborato dall’Ufficio federale della cultura (UFC) e da esperti nell’ambito del patrimonio culturale e dell’agricoltura, con il sostegno di un gruppo di accompagnamento allargato, formato da rappresentanti dell’economia alpestre, dei Cantoni, dei musei, dei parchi naturali e di altre organizzazioni interessate. Al termine di una procedura di valutazione che durerà circa 18 mesi, l’UNESCO deciderà nel novembre 2023 se iscrivere la stagione alpestre nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

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