Il voto all’estero, gli organismi rappresentativi della collettività italiana, la rete consolare, lingua e cultura: anche gli italiani nel mondo tra i punti del contratto di Governo M5s-Lega. Per quanto riguarda gli italiani residenti all’estero si legge, infatti, che “è necessario valorizzare il loro patrimonio di esperienze e conoscenze per il sostegno del Made in Italy e la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo”. “Occorre inoltre – si legge ancora nel documento – riformare le procedure di voto per la circoscrizione estero e degli organi di rappresentanza del consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie e Comites) per renderli più efficaci, trasparenti e meno soggetti a potenziali distorsioni del voto”. E per i Comitati degli Italiani all’Estero e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero il contratto precisa: “E’ necessaria una specifica riforma delle funzioni per armonizzarle con la presenza della rappresentanza parlamentare. Bisogna infine riorganizzare la rete diplomatica e consolare per garantire adeguati servizi al crescente numero di cittadini italiani che trasferiscono in modo permanente la propria residenza all’estero”. “Per fortuna almeno noi italiani all’estero siamo rientrati nel ‘contratto’. Con tutte queste versioni gira un po’ la testa. Speriamo non sia solo un trucco cosmetico”. Questo il commento di Angela Schirò, parlamentare del Pd eletta nella circoscrizione Europa che in un post su Facebook continua: “Ma continuano ad esserci tante altre cose davvero preoccupanti, come la discriminazione delle famiglie straniere nell’accesso ai finanziamenti per il nido. Pensando alla mia famiglia italiana in Germania, e al fatto che sono cresciuta in un paese straniero, questo provvedimento in programma mi rende molto triste”. Interviene sul contratto e il punto legato agli italiani all’estero anche l’ex responsabile per gli italiani nel mondo del Partito democratico, Eugenio Marino: “Leggo solo titoli. Tanti bei titoli. Mi chiedo però dov’è la soluzione. Mi chiedo – continua Marino – come si intenda affrontare concretamente le tematiche importanti per gli italiani all’estero. In questo contratto vengono semplicemente elencati una serie di punti come Comites, Cgie, voto estero, rete consolare, ma non vengono spiegate le modalità con le quali si intende procedere per arrivare a delle soluzioni. Si parla di riformare e riorganizzare. Bene, ma come?” si interroga Marino che paragona il contratto “ad una traccia di un tema quando in realtà quello che avremmo voluto leggere era l’elaborato, il contenuto”. E Marino, infine, fa un esempio concreto: “Dicono che vanno riformati Comites e Cgie. Il Cgie ha bisogno di risorse solo per riunirsi: garantiranno le risorse per far riunire il Cgie?”. “Per quanto riguarda il sostegno al Made in Italy e la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo impossibile non essere d’accordo – conclude Marino – sfido chiunque a non voler promuovere lingua e cultura. Lo ripetiamo da 18 anni. Ma anche in questo caso sarebbe necessario capire dove e come recuperare le risorse necessarie”.
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