“La CRI ha da poco compiuto e superato i 30 anni di attività. Molte cose sono cambiate da quel lontano 3 aprile 1985 quando venne siglata l’alleanza tra le radiotelevisioni italofona di servizio pubblico RAI, RSI, Koper-Capodistria Rtv, Radio Vaticana, San Marino Rtv con lo scopo di valorizzare la lingua italiana”. Presidente della Comunità radiotelevisiva italofona, Dino Balestra presenta così la nuova “Carta programmatica” che intende “mantenere vive le aspirazioni originarie dei fondatori ma con la consapevolezza della inevitabile necessità di dover disegnare e indicare prospettive e piani di azione dentro realtà e dinamiche in gran parte inimmaginabili 30 anni fa”.
“Restare coerenti allo spirito dei fondatori – sottolinea Balestra – significa mantenere, in nome di una comune lingua e cultura, la solidarietà e il reciproco sostegno tra i membri della Comunità, nel frattempo allargatasi a una rete di nuovi soci e amici sostenitori di ampia estensione; esplorare nuovi orizzonti comporta il difficile e delicato esercizio di rinnovare contenuti e modalità di comunicazione, sulla spinta di nuovi bisogni, nuovi pubblici e nuovi vettori di trasmissione; esplorazione significa pure sapersi immergersi in territori, nello spazio e nel tempo della memoria, al di fuori di quelli tradizionali, nei quali la lingua italiana si ritrova fragilizzata rispetto a un passato di rassicurante tranquillità (ma dove, anche, la lingua italiana si è pure misurata e arricchita nel confronto e nella contaminazione con “quell’altro” e “quel diverso” emersi con prepotenza e talvolta con violenza in questi anni di rivolgimenti di ogni genere)”.
“Rimanere fedeli alle fonti – aggiunge – vuol dire continuare a sostenere e a promuovere con costanza creativa una lingua italiana che dovrà però mostrare sempre più capacità di lettura originale in e di un mondo tanto rimpicciolito in superficie quanto conflittuale in profondità; elaborare piani d’azione per le prospettive di oggi e di domani esige la ricerca, l’ascolto, la comprensione e la condivisione delle attese delle nuove generazioni verso la lingua italiana e i suoi contenuti, attraverso usi differenziati della lingua stessa su veicoli di trasmissione altrettanto differenziati”.
“In conclusione – ecco la “geografia” della Carta programmatica – una lingua italiana che si faccia dantescamente peregrina per tornare a essere interlocutrice tra le complesse realtà in cui operiamo dentro e fuori dalle nostre frontiere: lingua italiana sì specchio di seduzione per il bello e il piacere, ma anche, per non dire soprattutto, – conclude – specchio per la conoscenza e la comprensione. La “Carta programmatica” è intesa a complemento dello Statuto e vuole, a partire dal proprio ancoraggio istituzionale, precisare i principi orientativi dell’azione del Comitato della Comunità radiotelevisiva italofona”.
Il testo della “carta” è disponibile qui. (aise)
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