Si è conclusa con grande successo a Mentone, splendida città francese sulla Costa Azzurra, la manifestazione “Italia Eterna”, promossa e organizzata da Alter Italia dell’imprenditore Mauro Marabini, che da anni dedica forte attenzione al riconoscimento del valore degli italiani dell’altra Italia, quegli 80 milioni di emigrati e oriundi che con il loro talento in ogni angolo del mondo rendono onore al Paese delle proprie origini. Tre intensi giorni di riflessione, 16-17-18 Settembre, si sono tenuti nello meraviglioso contesto dell’Hotel des Ambassadeurs, di Mentone, magnificente architettura progettata da Gustave Eiffel nel 1865, nel pieno della Belle Epoque. Ricco il programma delle tre giornate, con personalità convenute dall’estero e giornalisti della stampa internazionale.
Gli incontri ed il Convegno sono stati moderati dal giornalista Armando Torno. Tutti gli eventi in programma hanno avuto un’ampia copertura sui media, grazie a giornalisti ed operatori della stampa di 18 testate provenienti da 11 Paesi. Riflettere sul ruolo degli italiani che vivono e lavorano all’estero e creare una rete e un network tra gli italiani nel mondo. Questo l’obiettivo delle tre giornate di “Italia Eterna” che, dagli esiti della manifestazione, ha marcato un rilevante contributo di approfondimento ed attenzione. Un’attenzione assolutamente necessaria, specie all’Italia dentro i confini, distratta e poco consapevole delle eccellenti risorse umane presenti nelle comunità italiane nel mondo, come delle straordinarie potenzialità che potrebbero mettersi a frutto e in sinergia se solo l’Italia dentro i confini conoscesse nel profondo, e riconoscesse, quell’altra Italia che vive ed opera all’estero, dando del Paese la migliore immagine per laboriosità, talento e creatività, e così onorando l’Italia.
Sono circa 6 milioni, secondo la Fondazione Migrantes, gli emigrati italiani iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, circa il 10% della popolazione italiana. Ma il dato è limitato a coloro che hanno la doppia cittadinanza e il diritto di voto nelle Circoscrizioni all’Estero per eleggere la rappresentanza parlamentare di 8 deputati e 4 senatori, esercitato nel voto in questi giorni. Ma in realtà gli italiani fuori dai confini sono molti di più e l’Italia conosce ancora poco la storia e la realtà dell’emigrazione, dalla costituzione dello Stato unitario nel 1861 ai giorni nostri. Un fenomeno rilevante, dal punto di vista politico economico e sociale, storicamente trascurato e politicamente talvolta pressoché rimosso. La nostra Storia nazionale dedica all’emigrazione italiana un’attenzione minima, residuale. Sui testi scolastici è del tutto assente o, se presente, relegata in poche pagine marginali. C’è dunque assoluta necessità, se l’Italia vuole davvero conoscere e riconoscere l’altra Italia – che conta 80 milioni d’italiani nel mondo delle varie generazioni dell’emigrazione – che la storia della nostra emigrazione entri finalmente nella Storia d’Italia, con tutta la rilevanza che le compete, con il suo significato politico e sociale, con la sua dimensione economica e culturale. La storia dell’emigrazione deve dunque entrare nei programmi delle scuole italiane, nei piani di studio delle nostre università.
Sarà bene che le Istituzioni considerino quest’altra Italia, ben più grande di quella dentro i confini, come una parte assai importante per la cultura italiana, per la diffusione della nostra lingua, per la promozione dello stile e del gusto italiano che accompagna il Made in Italy, per le opportunità in campo economico che una così grande e preziosa risorsa di autentici ambasciatori, quali sono i nostri connazionali nel mondo, può rappresentare in un mercato globale. Giova ricordare a classi dirigenti sovente poco attente all’attualità della nostra emigrazione, ancora giudicata secondo triti stereotipi piuttosto che nella realtà, come gli italiani all’estero hanno conquistato rispetto e prestigio occupando posizioni di rilevanza nelle università, nell’economia, nella ricerca, nell’imprenditoria, nell’arte, persino nei Parlamenti e nei Governi dei Paesi di accoglienza. Ecco, quando l’Italia sarà finalmente capace di riconoscere l’altra Italia in tutto il suo valore, un’altra storia potrà riguardare il nostro Paese, in termini di presenza culturale nel mondo e finanche di peso politico nello scacchiere mondiale, contando 140 milioni d’italiani, di cui 60 dentro i confini e gli altri 80 nel mondo. E a questi andrebbero aggiunti anche più di un centinaio di milioni di “italici”, così come li definisce Piero Bassetti, i non italiani per sangue e discendenza ma italici per cultura, stranieri che amano l’Italia, ne parlano la lingua, e del Belpaese sono innamorati per le impareggiabili meraviglie artistiche, architettoniche, ambientali e per il patrimonio immenso di cultura che non ha paragoni nel mondo.
Ecco, di questi argomenti si è parlato e riflettuto nell’importante Convegno “La civilizzazione italica nel mondo”, svoltosi nel pomeriggio di Sabato 17 settembre, con la stimolante conduzione di Armando Torno e con gli illuminanti interventi di Delfina Licata – sociologa delle migrazioni, insigne studiosa del fenomeno migratorio italiano, curatrice dell’annuale Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes -, del giornalista del NYT e scrittore Giovanni Bocco, e di Mauro Marabini, perfetto organizzatore ed anfitrione delle tre giornate. Nel suo intervento Marabini ha sottolineato come “…la civilizzazione italica era già grande all’epoca romana e ha continuato ad esserlo dopo, con il Rinascimento e più recentemente con il Novecento, che è il secolo più ricco di valori italiani esportati: arte, moda, design, enogastronomia e cultura. Essere italiani – ha inoltre annotato Marabini – non è solo un’appartenenza ad una nazione, ma uno stato d’animo, un modo di creare civiltà. Quando si vive all’estero, si ama ancora di più il proprio Paese, si tende a non vederne più i difetti, ma solo le qualità, che sono tante e che ci danno l’impulso di farle conoscere e amare anche dagli altri, che italiani non sono. Oggi sono tante le associazioni, le riviste, le istituzioni e perfino le iniziative individuali, che esaltano l’Italia all’estero. Ma lavorano un po’ ognuna per conto proprio, quando invece unite sarebbero più autorevoli. Alter Italia è un concetto che ha proprio questa ambizione: creare un legame tra tutte queste realtà per esprimere ancora più incisivamente l’italianità in tutte le sue espressioni e forme e per contribuire all’influenza dell’Italia sul mondo”. Insomma, questa la sintesi d’un progetto di grande respiro che motiva e muove tutte le iniziative di Marabini e della sua creatura Alter Italia, anche attraverso il Convegno internazionale che si ripromette d’essere un appuntamento annuale di significativo valore.
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