Il sistema finanziario italiano rende più difficile l’autodenuncia fiscale in Svizzera

Un fine settimana in cui in Svizzera, in due distinte conferenze, si è discusso ancora di scambio automatico di informazioni fiscali tra Italia e la Confederazione.  Una a Zofingen nel Cantone Argovia per iniziativa dell’Associazione Italiani Terza Età (AITE) con Angelo Di Lucci e Mariano Franzin  rispettivamente coordinatore nazionale e presidente dell’ITAL UIL in Svizzera  e l’altra a Wetzikon nel Cantone di Zurigo organizzata dalla Colonia Libera Italiana (CLI) con Dino Nardi della UIM e Leo Caruso dell’ITAL UIL di Zurigo. Un tema, quello dell’entrata in vigore dello scambio automatico di informazioni fiscali che ormai, da tempo, sta preoccupando enormemente la comunità italiana nella Confederazione che, nella gran parte, ha scoperto solo ora – grazie soprattutto alla campagna informativa lanciata dalla UIM e dall’ITAL UIL  – di essere inconsapevolmente non in regola con il fisco elvetico rischiando, così, di incorrere nei rigori della legge con una denuncia per frode fiscale. In entrambe le assemblee, ancora una volta, sono emerse pure le difficoltà da parte di molti intervenuti, con dei risparmi in Italia da denunciare al fisco locale, ad ottenere dal sistema finanziario italiano la documentazione utile per l’autodenuncia dei loro beni mobili per cui è stato valutato positivamente l’appello rivolto dalla UIM Svizzera a Poste italiane ed all’Associazione Bancaria Italiana (ABI) a trovare al più presto una soluzione idonea (ovvero un Estratto conto di fine anno indicante unicamente il saldo e l’interesse maturato) visto che il problema dovrebbe riguardare moltissimi emigrati italiani titolari di un conto/investimento finanziario e non solo quelli residenti in Svizzera ma in ogni altro Paese coinvolto dalla nuova norma sullo scambio automatico di informazioni fiscali.

UIM Zurigo

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