La smemoratezza di un “ex”

Da un po’ di tempo mi vedo citare polemicamente (a proposito e sproposito) in articoli e lettere pubblicate da settimanali e agenzie di stampa in cui mi si indica come “Kingmaker”, “Il Generale”, “Traduttore” (sic!), “Galoppino elettorale”, tanto per ricordarne alcune. Ultimamente, nel corso della campagna elettorale sul referendum del 28 febbraio per “L’attuazione”, lanciato dall’UDC elvetica, sono stato preso di mira (insieme al PD in Svizzera) da un “Ex”: ex presidente di un circolo cattolico; ex membro di un Comites (come si autodefinisce lui stesso) e pure ex emigrato italiano (aggiungo io), poiché in questa sua lettera – pubblicata anche dall’AISE – si evince che trattasi di un cittadino italiano naturalizzatosi “svizzero”, quindi oggi un doppio cittadino.

Nella sua lettera questo “Ex” (come riporta l’AISE) “si scaglia” contro “il buonismo” del sottoscritto (e del PD svizzero) con l’accusa di “comunismo” e di “sputare nel piatto dove abbiamo mangiato per cinquanta anni” ed altre quisquilie simili. Il tutto perché – sia il sottoscritto, a nome della UIM, che il PD  – abbiamo invitato (e continuiamo a farlo!) i doppi cittadini a votare NO nel referendum per “L’attuazione” che si terrà in Svizzera il prossimo 28 febbraio: un ennesimo referendum contro gli stranieri lanciato dalla solita destra conservatrice e xenofoba dell’UDC che, in questo caso, si prefigge di espellere automaticamente dalla Confederazione (senza possibilità di appello) tutti gli stranieri che commettono determinati reati (gravi) elencati con precisione certosina nella lunga lista messa in votazione.

Si, sono un “buonista” per cui mi limito ad evidenziare che questo “Ex”  si dimentica di scrivere che questo referendum è stato lanciato e difeso unicamente dall’UDC e, ovviamente, dai suoi seguaci come questo “Ex” e tace sul fatto che pure il governo elvetico si è espresso pubblicamente con un appello a votare NO (anche loro tutti comunisti?).

Quello che rattrista in questa vicenda è dover constatare come un ex emigrato italiano in Svizzera possa aver dimenticato la sua (e la nostra) storia personale – di quando sulla porta di qualche ristorante veniva appeso il cartello con su scritto “VIETATO L’INGRESSO AI CANI E AGLI ITALIANI ” –  ed essere diventato, oggi, così avverso agli immigrati in Svizzera da sostenere il referendum per l’attuazione dell’UDC!

Dino Nardi – emigrato e socialista!

P.S. – Ah, dimenticavo, questo “EX” è un certo Rocco De Luca di Lucerna

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