Informazione senza confini. Centralità degli organi di stampa per gli italiani nel mondo

ROMA – Si è tenuto al Senato un incontro dedicato all’editoria per gli italiani all’estero: “Informazione senza confini. Centralità degli organi di stampa per gli italiani nel mondo”, questo il titolo dell’evento promosso dalla senatrice di Italia Viva, eletta nella ripartizione Europa,  Laura Garavini. Dopo aver letto un breve messaggio di saluto del Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, Garavini ha introdotto l’argomento del convegno. “Un convegno che vuole dare atto dello straordinario valore che gli organi di informazioni continuano ad avere mentre le stesse comunità estere si sono evolute e sono cambiate. Abbiamo avuto un’impennata dell’85% nella nuova emigrazione italiana, come ci dicono i dati della Migrantes riferiti agli ultimi quindici anni. Abbiamo un’emigrazione più acculturata e più legata alle nuove tecnologie. Abbiamo un’informazione sul minuto arrivando in diretta su un cellulare rispetto a quanto accade nel mondo: da un lato quindi abbiamo una comunità più grande e in grado di ricevere informazioni, dall’altro organi di informazione che negli anni si sono specializzati nell’informare i connazionali all’estero”, ha spiegato Garavini auspicando un potenziamento degli investimenti per l’editoria dedicata agli italiani all’estero. “C’è stata una trasformazione radicane negli strumenti di informazione rispetto a un utente capace di informarsi”, ha precisato Garavini interrogandosi se “questi mezzi di nicchia – l’editoria per italiani all’estero – siano destinati ad avere ancora un futuro: secondo me sì”, ha sottolineato Garavini apprezzando tra le qualità proprio il fattore linguistico per la voglia degli emigrati di parlare e trasmettere l’italiano. Garavini ha evidenziato come questo mondo rappresenti quell’Italia emigrata che si è integrata divenendo “la migliore italianità all’estero”. Il Sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles ha parlato di informazione come bene pubblico che, in quanto tale, ha bisogno del sostegno pubblico. “Dovere di un governo di una democrazia liberale è quello di considerare l’informazione un bene primario: la tutela pubblica è un principio del pluralismo per dare voce alle realtà più piccole. Tra queste un’importanza particolare ce l’hanno quelle imprese che editano materiale in italiano all’estero. Cultura e lingua italiane sono da intendere come promozione del sistema Paese: è un settore con una platea di attori eterogenea sparsa in cinque continenti”, ha spiegato Moles ricordando che con il decreto legislativo del 2017 si è giunti a una nuova disciplina dei contributi per la stampa uniformando il calcolo del contributo con l’introduzione di meccanismi legati a costi produzione e copie vendute. “Il contributo statale è servito da stimolo per migliorare il prodotto rendendolo più adeguato alle nuove realtà e alle esigenze delle comunità italiane. L’informazione all’estero fa parte a pieno titolo del sistema Paese”, ha aggiunto Moles evidenziando come sia stato concordato con la Rai l’introduzione di nuove produzioni finalizzate alla cultura e al Made in Italy. “La nostra editoria all’estero è uno dei cardini di un sistema da sostenere e tutelare. L’editoria all’estero non è di secondo piano e deve essere uno degli strumenti per combattere le fake news che sono il problema di oggi. Tramite iniziative come quella odierna  anche noi istituzioni possiamo ricevere suggerimenti e scoprire realtà nuove”, ha sottolineato Moles. Il direttore di Rai Italia, Fabrizio Ferragni, ha ribadito la necessità che i connazionali all’estero siano adeguatamente informati. Altrettanto importante è avere canali bilingue ed è per questo che a breve nascerà Rai Italy che avrà trasmissioni in italiano e in inglese e anche un notiziario specifico. “Abbiamo dato vita a uno ‘sportello Italia’ con professionisti che danno risposte a quesiti di vita vissuta. Da settembre-ottobre il canale Rai Italia sarà presente anche in Europa avendo superato il problema dei diritti legati al calcio. Abbiamo perso la Serie A ma da settembre avremo i momenti salienti della Serie B. Abbiamo poi una rete di filmaker che raccontano le storie degli italiani nel mondo: da settembre su Rai2 avremo una trasmissione dedicata. Ci stiamo facendo promotori di iniziative di racconto. Abbiamo ragionato su prodotti originali per gli italiani all’estero”, ha sottolineato Ferragni che per tale ragione ha ribadito l’importanza di essere visibili in Europa dove ci sono molti connazionali.

Dopo gli interventi istituzionali il dibattito è proseguito con gli interventi degli operatori del settore. Tommaso Pedicini di Radio Cosmo (ex Radio Colonia) ha ricordato come la radio sia partita negli anni ’60 con programmi per i ‘gastarbeiter’ italiani in Germania e per aiutarli a orientarsi nel Paese. “Già negli anni ’80 avevamo però trasmissioni che parlavano all’intera famiglia. Ci sono state varie trasformazioni storiche. Oggi oltre 800mila italiani vivono in Germania”, ha spiegato Pedicini evidenziando come con i mezzi più moderni la radio continui a fungere da strumento per aiutare gli italiani in Germania. Phil Baglini di London One Radio ha ribadito di aver sempre visto l’informazione come il luogo in cui le persone vanno a cercare notizie. “In Inghilterra, nonostante 600mila italiani in tutta la Gran Bretagna, non c’era una radio interamente italiana. Nonostante la BBC l’abbia creata Marconi e gli inglesi amino molto il genio italiano mancava l’idea di un’amica radio in grado di accompagnare gli ascoltatori per tutto il giorno. Durante la pandemia è stato importante essere presenti 24 ore al giorno: ce l’hanno fatto capire seguendoci anche dall’Italia. Fare intrattenimento non è stato facile perché avevamo anche collegamenti con gli ospedali. Noi andiamo sulla strada a raccontare le storie belle ma anche gli insuccessi”, ha spiegato Baglini sottolineando come per la prima volta una radio italiana in Inghilterra è in digital radio. Lorenzo Ponzo di Radio Hitalia ha evidenziato l’unicità di radio in costante contatto con le realtà territoriali: in Belgio si è arrivati a quasi 300mila iscritti Aire. Ponzo ha spiegato l’evoluzione dell’emigrazione. “In Belgio si parte con l’afflusso dei minatori nel dopoguerra e basti ricordare quello che è successo a Marcinelle”, ha precisato Ponzo per sottolineare il sacrificio dell’emigrazione italiana. “Auspichiamo una sorta di ‘Aire’ delle radio italiane nel mondo per ritrovarci e avere un futuro”, ha lanciato l’idea Ponzo. Pietro Lunetto di Radio Mir ha ricordato come la struttura redazionale sia costituita da varie anime dell’emigrazione. “Nasciamo con pochi obiettivi ma chiari per far circolare quelle buone pratiche che altrimenti, per un difetto di comunicazione, vengono conosciute solo in ambito locale. Ci interessa anche intervenire sulla politica italiana relativamente alle questioni migratorie. E’ un mondo in crescita e complesso, quello dell’emigrazione italiana, con caratteristiche diverse da un Paese all’altro”, ha spiegato Lunetto sottolineando come siano necessari un minimo di supporto pubblico così come il saper fare rete. Filippo Giuffrida di RadioCom ha rilevato come la radio abbia un taglio ampio e sia rivolta a tutti gli italiani nel mondo, potendo contare su diversi patrocini e finanziamenti. “Lavoriamo sulle varie realtà degli italiani all’estero, dalla vecchia emigrazione alla cosiddetta ‘generazione Charleroi’, in mobilità grazie a una nota compagnia low cost. Lavoriamo anche per aiutare i connazionali a orientarsi nel cercare lavoro, facendo capire quali scelte fare ancora prima di partire dall’Italia”, ha spiegato Giuffrida. Maurizio Pittau di Radio Dublino ha spiegato che l’intento della radio è stato fin da subito creare un ponte tra Italia e Irlanda, anche per aiutare gli italiani a integrarsi al meglio. “Oggi l’Irlanda è uno dei Paesi più ricchi d’Europa ma un tempo era uno dei Paesi più poveri”, ha evidenziato Pittau per far capire le ragioni anche economiche che hanno spinto negli anni sempre più stranieri, in primis italiani, a trasferirsi in Irlanda. Stefano Polli (Vicedirettore Ansa) ha ricordato come si parli sempre troppo poco di italiani nel mondo. Polli ha anche evidenziato come nel suo girare il mondo come corrispondente abbia incontrato connazionali un po’ ovunque. “In un quartiere di Sydney si parla addirittura il dialetto triestino”, ha commentato Polli sottolineando come il corrispondente dell’Ansa sia ormai una sorta di punto di riferimento per i connazionali che vivono in un determinato territorio nel mondo. Polli ha lamentato come nell’era della disintermediazione e dei social occorra sempre più il ruolo del giornalista come mediatore che sappia anche mettere in difficoltà l’interlocutore con le giuste domande. Si è poi passati al dibattito sulle agenzie di stampa.  Isabella Liberatori (9colonne) ha ricordato che “spetta ai giornalisti e non ai programmatori di Google selezionare i fatti che devono diventare notizie, da cui emerge la responsabilità che è richiesta al professionista mentre questo requisito non compete al frequentatore dei social”, ha spiegato Liberatori attaccando il fenomeno della disintermediazione intesa come convinzione che non serva la mediazione di un professionista di settore. “I media tradizionali stanno combattendo una battaglia impari e necessitano dell’aiuto delle istituzioni”, ha aggiunto Liberatori sottolineando come la parte d’Italia che continua a crescere è solo quella che vive all’estero: una comunità che rappresenta quasi il 10% dell’intera popolazione italiana. Giuseppe Della Noce (Direttore Aise) ha ricordato i numeri prodotti dalla propria agenzia stampa: oltre 16mila articoli negli ultimi dodici mesi. Della Noce ha lamentato come ci sia un enorme potenziale di notizie che non viene sfruttato al massimo: per esempio quello relativo a informazioni di servizi consolari o di opportunità di studio o lavorative per i cittadini. Della Noce ha poi auspicato il ripristino delle funzioni della ‘commissione editoria’ presso la Presidenza del Consiglio. Daniela Mogavero (Askanews) ha parlato dell’idea di fare ponte verso le comunità all’estero per esempio su temi come il turismo delle radici che dimostrano quanto sia forte questo legame. “E’ importante far conoscere quanto la politica o le comunità all’estero facciano su queste tematiche”, ha spiegato Mogavero. Goffredo Morgia (Direttore Inform) ha ricordato come “Da sempre i media all’estero svolgano una funzione importante di memoria e mantenimento di lingua e cultura. Tramite la stampa specializzata si possono ripercorrere inoltre le tappe fondamentali del percorso migratorio degli italiani”, ha spiegato Morgia riflettendo anche sull’iter che ha portato a importanti conquiste in passato per gli italiani all’estero. Una sfida che continua anche oggi con la necessità di nuove riforme ad esempio nel mondo della rappresentanza degli italiani all’estero: dai Comites al Cgie fino alla recente riforma della rappresentanza parlamentare. “E’ una sfida complessa per la stampa specializzata, basata sul dare voce a piccole comunità all’insegna della pluralità. Il mondo dell’informazione per gli italiani all’estero andrebbe potenziato e sostenuto dalle istituzioni, mantenendo così attivo il legame tra Paese e comunità, tra migrazioni di ieri, oggi e domani”, ha sottolineato Morgia. Maria Ferrante (Direttrice di Italian Network) ha rilevato come grazie alla stampa specializzata gli iscritti Aire possano partecipare alla vita del Paese con conoscenza sia di quanto avviene in Italia che di quanto avviene nella propria circoscrizione estera. Ferrante ha ricordato i pronunciamenti della Corte europea sulla libertà d’informazione e la questione delle querele temerarie o pretestuose. Maria Grazia Galati (Direttrice Passaparola) ha parlato di questa rivista cartacea che, nonostante le difficoltà, continua ad andare avanti e racconta il Lussemburgo agli italiani ma allo stesso tempo racconta l’Italia agli stranieri.

La nostra Direttrice Maria Bernasconi partecipa al convegno Informazione senza confini.

Maria Bernasconi (L’Eco) ha lamentato come sul web spesso vengano letti soltanto i titoli “mentre la carta stampata continua ad essere uno strumento utile per formare uno spirito critico”, ha spiegato Bernasconi lamentando il problema della sostenibilità economica di questo settore dell’informazione. Viviana Facchinetti (Direttore de L’Arena di Pola) ha ricordato la storia di un giornale militante che ha accompagnato le vicende degli esuli del fronte nordorientale. Maurizio Tomasi (Trentini nel Mondo) ha ribadito come si debba scolpire nella pietra l’idea per cui questa forma di editoria specializzata non sia seconda a nessuno. Oltre 700 sono ormai i numeri della rivista dedicata ai Trentini. “Qualche anno fa c’era chi voleva fare tabula rasa dell’editoria all’estero. Bisogna vegliare e sollecitare attenzione affinché non ci siano più tentativi come questi”, ha ammonito Tomasi. Francesco Ragni (Londra Italia) è tornato sul concetto della sostenibilità economica. “La carta stampata non sta passando un tempo difficile, purtroppo sta sparendo per l’affermazione di business model differenti”, ha spiegato Ragni invitando lo Stato a fare del suo meglio per supportare l’editoria elettronica. (fonte Inform)

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