L’esordio narrativo di Isabella Sorace traccia il racconto di Sara, expat che decide di andare incontro al proprio destino lontano del suo Paese d’origine.
Un’uscita, spesso con poche possibilità di ritorno. Si potrebbe riassumere così la storia dei cosiddetti «cervelli in fuga», gli expat, come si definiscono; ovvero l’esperienza di tutti coloro che per scelta o necessità hanno deciso di costruire una nuova vita all’estero, portando con sé le proprie professionalità e competenze.
Come spesso accade, dietro a tali esperienze di vita ci sono storie e desideri sempre diversi, ma con un comune denominatore, quello di appartenere a una «generazione perduta» in cerca di formazione, crescita, rinascita. In cerca di casa.
Sono gli attuali trentenni, che tra viaggi, globalizzazione e sogno lavorativo, hanno fatto le valigie per lasciare un Paese in cui spesso si sentono invisibili.
«Andare via non è stata una fuga, piuttosto una scelta, un andare incontro al mio destino» racconta Isabella Sorace, autrice di Expat – Storie di una generazione perduta (MnM & Amolà 2022). Esordio letterario che attraverso le vicende della protagonista Sara e degli altri giovani che incontra per il mondo tenta di definire meglio il senso di precarietà e non appartenenza che accompagna chi diventa expat, e di smontare, in parte, alcuni stereotipi su questa generazione. Proprio la storia personale di Isabella sottolinea la necessità di guardare il fenomeno in modo trasversale.
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