Il Presidente della Repubblica chiude gli Stati Generali

Da “9colonne

“In qualche modo, l’italiano, da lingua tipica di un territorio limitato (mai solo del nostro, come dimostra l’iniziativa in concorso con l’amica Confederazione Elvetica), si propone in questo senso come lingua di una cultura a vocazione universale, andando oltre la dicotomia tra linguaggi del vedere e linguaggi del sentire, tra linguaggi della scrittura e linguaggi dell’immagine”. Lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella, chiudendo gli Stati generali della lingua italiana nel mondo a Firenze (martedì 18 ottobre).

“In un convegno di qualche anno fa dedicato al rapporto tra glocalismo e lingua italiana, Piero Bassetti ricordava che si possono costruire sistemi di conoscenza ‘bottom-up’ altrettanto ricchi di quelli costruiti ‘top-down’. Bassetti mi perdonerà se, in conformità all’invito rivoltomi dalla Crusca, sostituisco alle espressioni inglesi, da lui utilizzate, quelle italiane di ‘dal basso verso l’alto’ e ‘dall’alto verso il basso'” ha detto Mattarella. “La promozione della lingua italiana è opportunamente inserita nell’ambito della più generale promozione del sistema Paese: italofonia e italofilia sono percorsi sempre più paralleli. Non è di oggi la riflessione sulla pluralità di linguaggi che hanno accompagnato la diffusione della lingua italiana nel mondo” ha affermato il Capo dello Stato.

“Accanto a quella tipicamente letteraria – elemento peculiare della presenza italiana nel mondo – non possiamo certo dimenticare il fatto che a parlare dell’Italia sono altri e, spesso non meno importanti, ambiti. L’arte, la musica, il design, la moda, il cinema, lo sport, l’industria, la cucina, per citarne solo alcuni – ha detto Mattarella -. A ragion veduta il dibattito, nei decenni, si è allargato sino a ricomprendere un’idea estesa della suggestione che la civiltà italica, nelle sue sfaccettature, antiche, moderne e contemporanee, può offrire. Un’idea lontana dall’arroccamento identitario e protesa, piuttosto, ad offrire alle altre culture, il portato dell’esperienza, della bellezza, cumulata in millenni”.

Secondo il capo dello Stato “l’appartenenza a più culture, il plurilinguismo, l’ibridazione linguistica sono parte dell’esperienza dell’uomo contemporaneo, in una fase rinnovata di forti migrazioni. Alla diaspora dell’italiano in uscita, con l’emigrazione di massa prima e quella più di carattere professionale di oggi, fa da contraltare la diaspora di altri popoli, in ingresso nella cultura italiana e per i quali, spesso, l’italiano è la lingua tramite per eccellenza, una sorta di ‘lingua franca’ per dialogare tra loro, così come accadeva molti secoli fa nel Mediterraneo”. E’ indispensabile il rafforzamento dei canali televisivi in lingua italiana dedicati all’estero e di contenuti per la rete internet: si tratta di una missione peculiare cui il servizio pubblico radiotelevisivo deve assolvere, con grande attenzione proprio all’offerta culturale complessiva che l’Italia è in grado di mettere in campo” ha detto il Capo dello Stato. Secondo Mattarella “si tratta di un’offerta che non raggiungerà solo le nostre comunità all’estero, desiderose di trasmissioni di qualità, ma contribuirà al ruolo di ‘lingua franca’ che, in molti ambiti culturali – arte e musica fra questi – l’italiano si trova a svolgere.

E’ questione che riguarda anche il sostegno alla editoria di lingua italiana all’estero – ha continuato Mattarella -: si tratta di media che vanno sostenuti. Accanto a questo compito va annoverata, naturalmente, la diffusione di contenuti nella lingua prevalente dei luoghi”. Il presidente della Repubblica rivolge un appello per attrarre e far rientrare i talenti italiani: “Ogni settore del nostro Paese è chiamato a essere fonte di ispirazione e avvicinamento alla cultura italiana e non possono mancare, in questa direzione, iniziative tese alla attrazione di talenti in Italia, insieme a quelle dirette al rientro dei talenti italiani che hanno visto crescere le loro competenze all’estero. Il mondo della scienza e della ricerca viene interpellato per primo in questo senso. Ma, alla base di tutto, vi è, naturalmente, la necessità di un ampliamento della conoscenza della lingua italiana”.

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