La Farnesina deve predisporre un piano per studiare gli effetti pratici della Brexit sulla vita della comunità italiana residente nel Regno Unito e valutare, in sede di futuro negoziato fra il Regno Unito e l’Unione europea, clausole volte a garantire e tutelare i diritti acquisiti fino ad oggi dai cittadini italiani residenti nel Regno Unito.Laura Garavini , insieme ai colleghi eletti all’estero del Pd – Tacconi, Fedi, Porta, Farina e La Marca – ha presentato una interrogazione a risposta in commissione al Ministro degli esteri Paolo Gentiloni.
La maggioranza degli elettori britannici in occasione del referendum del 23 giugno 2016 sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, ha votato per abbandonare l’Unione europea; questa decisione rappresenta, a giudizio degli interroganti, un grave ostacolo all’ulteriore sviluppo del progetto europeo e rende ancora più necessaria e urgente una riforma delle istituzioni europee che le renda più trasparenti e sensibili ai bisogni dei cittadini europei e che allo stesso tempo metta i valori, i diritti, la cultura e la società più che l’economia al centro dell’azione dell’Unione europea.
Tale voto ha inoltre grandi implicazioni di natura pratica e psicologica per le centinaia di migliaia di cittadini italiani residenti nel Regno Unito, posto che il loro numero è andato crescendo rispetto alle ultime elezioni politiche, in coincidenza delle quali i cittadini italiani con diritto di voto residenti nel Regno Unito erano 172.908, e che nella sola Londra vivono presumibilmente circa 250.000 italiani, molti dei quali non iscritti all’Anagrafe degli italiani all’estero; in conseguenza dell’uscita del Regno Unito dalla Unione europea i cittadini italiani residenti nel Regno Unito rischiano di perdere una serie di importanti diritti nonché tutele in ambito sociale ed economico, diritti che erano loro garantiti dal loro status di cittadini europei.
L’l’incertezza sulla possibile perdita di tali diritti e tutele ha fatto sì che molti connazionali residenti nel Regno Unito abbiano reagito alla cosiddetta Brexit con un forte senso di smarrimento; a seguito dell’uscita del Regno Unito dalla Unione europea sarà necessario procedere a un negoziato fra il Regno Unito e l’Unione europea volto a stabilire i nuovi termini delle relazioni internazionali della Gran Bretagna. Basti pensare che attualmente il Regno Unito è parte integrante di 33 accordi dell’Unione europea con 82 Paesi extra europei.
Il nuovo accordo fra Regno Unito ed Unione europea dovrà essere accettato dai Paesi membri dell’Unione europea, inclusa l’Italia. Il Governo del Regno Unito ha tutto l’interesse a garantire i diritti acquisiti dei propri cittadini, attualmente un milione e duecentomila, che vivono negli altri Stati membri dell’Unione europea.
La nuova premier britannica, Theresa May, ha più volte affermato che la futura tutela dei diritti acquisiti dei cittadini dell’Unione europea residenti nel Regno Unito dipenderà dall’eventuale reciprocità garantita dagli altri Stati membri dell’Unione europea in relazione ai diritti acquisiti dei cittadini britannici residenti nel resto dell’Unione europea. Garavini chiede a Gentiloni se non ritenga opportuno predisporre un piano per studiare gli effetti pratici della Brexit sulla vita della comunità italiana residente nel Regno Unito, nonché valutare, in sede di futuro negoziato fra il Regno Unito e l’Unione europea, clausole volte a garantire e tutelare i diritti acquisiti fino ad oggi dai cittadini italiani residenti nel Regno Unito, quali ad esempio i diritti sociali e previdenziali, la salvaguardia delle famiglie composte da membri di diversa nazionalità, il mantenimento delle stesse rette scolastiche e delle stesse tasse universitarie, il libero accesso alle borse di studio e ai sussidi attualmente concessi ai ricercatori italiani in Gran Bretagna, il riconoscimento dei titoli di studio e delle certificazioni professionali validi all’interno dell’Unione europea, il diritto di voto attivo e passivo per le elezioni di carattere locale.
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