Stranieri, via dalla Svizzera!

Di Dino Nardi – coordinatore UIM Europa

Un calcio nel culo e via dalla Svizzera!

Mi scuso subito per questa espressione che, nonostante lo sdoganamento grillino nel linguaggio quotidiano, resta comunque volgare ma che, tuttavia, rende molto bene l’idea di quello che potrà accadere – se vinceranno i si nel referendum del prossimo 28 febbraio – agli stranieri che risiedono in Svizzera (il 25% della popolazione), compreso gli oltre 300’000 italiani sia pure di seconda, terza o quarta generazione.

A quanti avessero dimenticato la motivazione di questo ennesimo referendum contro gli stranieri, promosso dalla solita UDC svizzera, va ricordato che nel novembre 2010 la maggioranza del popolo elvetico accolse una prima iniziativa referendaria – sempre dell’UDC (c’è da domandarsi quale sarebbe lo scopo esistenziale di questa forza politica se in Svizzera non vi fossero gli stranieri) – intesa ad espellere dalla Confederazione gli stranieri condannati per tutta una serie di gravi reati: dal furto con scasso, allo stupro, al traffico di droga, all’assassinio, ecc.. Come avviene in questi casi, il parlamento svizzero ha poi elaborato la relativa legge di applicazione che, peraltro, permette al giudice di rinunciare eventualmente all’espulsione qualora per lo straniero incriminato ne derivassero gravi conseguenze. Una clausola questa non accettata dall’UDC e da qui il lancio di una ulteriore iniziativa referendaria denominata, appunto, “per l’attuazione dell’espulsione dei criminali stranieri” sulla quale è chiamato ad esprimersi nuovamente l’elettorato svizzero il prossimo 28 febbraio. Un referendum che, se accolto, prevede – senza appello – l’espulsione con un divieto di entrata in Svizzera, che può arrivare fino a venti anni in caso di recidiva, per lo straniero che si sia reso colpevole di uno (o doppio) reato tra quelli menzionati in una lunghissima lista che va dai reati più gravi come, per esempio, l’omicidio o stupro a quelli come il furto, violenza o minaccia contro le autorità o funzionari, lesioni personali gravi, rissa, pornografia e truffa o abuso in materia di aiuto sociale e di assicurazioni sociali! Reati minori, questi ultimi, che è facile comprendere come potrebbero portare all’espulsione dalla Svizzera di moltissimi stranieri, più di quanti permette la legge già approvata dal parlamento. Infatti, come informa lo stesso Ufficio Federale di Statistica, se nel 2014 si fossero applicate queste regole previste dal referendum del 28 febbraio vi sarebbero state 439 espulsioni mentre con la legge approvata dal parlamento sarebbero state 251.

Morale, con queste nuove regole che vorrebbe l’UDC, tutti gli stranieri sarebbero a maggior rischio di espulsione dalla Svizzera e quindi ritengo che sia opportuno – sia a livello personale che come UIM – lanciare un forte appello (lanciato, tra molti altri, anche da Amnesty International e dalla stessa Conferenza dei Procuratori Pubblici svizzeri la qualcosa è tutto dire!) affinché si voti NO al referendum soprattutto da parte dei doppi cittadini. In particolare da quelli con familiari di cittadinanza straniera, ovvero situazioni che spesso si ritrovano pure nella comunità italiana in Svizzera.

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