È accaduto con le modifiche introdotte dal decreto Salvini in materia di acquisizione della cittadinanza italiana per matrimonio, non soltanto per l’estensione del periodo di concessione a 48 mesi ma anche per le limitazioni legate alla richiesta del possesso di un elevato livello di competenza linguistica.
In queste ultime settimane, sono state decine le segnalazioni di connazionali residenti in Europa che denunciano di essere stati sanzionati.
Per questa ragione, ho presentato un’interrogazione ai Ministri Salvini e Toninelli in cui chiedo di chiarire quale sia la documentazione di cui il cittadino italiano residente all’estero debba dotarsi se iscritto AIRE, o non ancora iscritto AIRE in quanto residente all’estero da meno di 12 mesi. Questo anche per evitare, come ripetutamente segnalato, che vengano sanzionati cittadini AIRE che, in seguito ai controlli, risultino ancora iscritti al comune di origine a causa del mancato allineamento delle anagrafi.
Ai ministri, inoltre, ho chiesto se non ritengano possibile introdurre – anche attraverso atti amministrativi – forme di “comodato privato” al fine di consentire l’utilizzo di un veicolo con targa straniera (anche per prestito) ai familiari di un cittadino AIRE che, per varie ragioni, risiedono in Italia (sono tanti i casi di familiari, ad esempio, fermati alla guida di un veicolo con targa straniera nel periodo delle festività). Infine, se non ritengano necessaria una capillare campagna informativa mediante la rete diplomatico-consolare e il diffuso network associativo e dei media italiani all’estero, finalizzata a fornire indicazioni circa le nuove disposizioni e i documenti necessari per evitare sanzioni.
Insomma, anche per quanto riguarda la mobilità, i tre milioni di cittadini italiani in Europa (all’incirca la popolazione di Trentino Alto Adige, Umbria, Basilicata e Molise) continuano ad essere cittadini di serie B.
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