Un giovane siciliano che dedica parte del suo tempo alla comunità italiana a Fairfield, in Australia.
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Di Germano Spagnolo per “Messaggero di Sant’Antonio“
È nata a Sydney, in Australia, una nuova associazione nel contesto del flusso migratorio giovanile che interessa la città, e in particolare la zona che ruota attorno a Fairfield dove la comunità italiana è particolarmente attiva e numerosa. Si chiama Cooperativa della Gioventù Siciliana e ha come presidente e coordinatore Marco Testa, un giovane originario di Cefalù, in provincia di Palermo, venuto in Australia con la famiglia nel 2003, a soli 13 anni.
“Il termine Cooperativa – ammette Marco – suona un po’ arcaico. Era un termine usato quando si formarono le prime associazioni nel secolo scorso, e dà l’idea di una Società di Mutuo Soccorso. In realtà, vogliamo essere un gruppo che si prefigge di aiutare in tutti i modi, anche finanziariamente, i giovani, nuovi arrivati, che si trovassero in serie difficoltà”.
Marco ha compiuto gli studi a Sydney dove si è laureato in Lettere alla Macquarie University, e sta per completare un Master in Pedagogia presso l’Australian Catholic University. Ha sempre avuto una forte motivazione nelle attività sociali.
“Partecipare alla vita comunitaria è per me un’estensione del mio essere italiano. Il primo campo d’azione è la mia parrocchia di San Giuseppe a Moorebank dove sono organista e direttore del coro. Quest’anno sono stato promotore del Pellegrinaggio del Giubileo alla cattedrale di St. Mary a Sydney”.
Marco ha una solida cultura religiosa, e lo dimostra mettendo nella sua copertina di Facebook lo splendido mosaico del Cristo che domina lo sfondo della cattedrale di Cefalù: una delle più eccelse testimonianze dell’architettura romanico-bizantina; e fornendo ampi servizi alle attività parrocchiali. Ha lavorato per otto anni presso il Club Marconi, fa parte del Comites, dirige lo Sportello Italia sotto l’egida del Patronato Epasa (Confederazione Artigiani) per dare informazioni utili ai nuovi arrivati. I giovani cercano contatti e amicizie, e lo fanno tramite i siti internet, Facebook e Twitter. Ma non basta.
“Ricevo telefonate da giovani disperati che si sentono soli, che non trovano lavoro, che non hanno più un dollaro in tasca. Per questo il nostro gruppo vuole stabilire contatti umani, creare un tempo e uno spazio per incontrarci, guardarci negli occhi, stringerci la mano, parlare, discutere, sostenerci e anche gioire insieme per qualche ora di schietta convivialità”.
La cooperativa giovanile è attiva da pochi mesi, ma si è già distinta per aver realizzato importanti iniziative come una raccolta fondi per l’acquisto di un mini-bus per la comunità, e ha aperto le porte di una foresteria che alloggia nove giovani. Questa concretezza di progetti fa onore a Marco, e ai suoi amici della cooperativa.
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