Due musei che raccontano la storia dell’emigrazione italiana, entrambi in Arkansas.
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Di Roberto Zanni per “Gente d’Italia”
Entrambi non arrivano a tremila abitanti, sono Tontitown e Lake Village, due paesini dell’Arkansas, e nemmeno vicini uno all’altro, divisi da oltre 500 chilometri. C’è però qualcosa che li unisce e in maniera anche molto stretta. I musei, il primo quello di Tontitown arrivato al trentesimo compleanno, l’altro, quello di Lake Village solo cinque anni di vita, ma entrambi raccontano la storia, in questa parte dell’America, della emigrazione italiana.
Tontitown poi è stata fondata dagli italiani, quaranta famiglie guidate da un sacerdote, Padre Bandini, che sfuggendo la malaria, si trovarono in questa parte dell’Arkansas e decisero di rimanerci. Il museo c’è già come abbiamo detto da trent’anni, ma un fatto importante è successo appena quattro anni fa.
Jan McQuadre, studiosa di genealogia, era andata in Arizona, a Tuscon, a cercare materiale per i suoi progetti, invece se ne tornò indietro, con due preziose scatole, tesori per Tontitown, che racchiudevano album e negativi di foto che risalivano proprio a Padre Bandini, arrivato con le famiglie italiane in quella terra nel 1898.
“Aprendo le scatole – ha raccontato – c’erano cose che si sarebbero potute polverizzare, per la vecchiaia, stavo solo pensando come fare per proteggerle”.
Le ha consegnate al Tontitown Historical Museum. Ma anche lì era difficile, non c’era un luogo sicuro dove poterle conservare, parole di Heather Ranalli Peachee, presidente del consiglio di amministrazione del piccolo museo. L’idea però c’era, quella di ingrandire il museo con l’aggiunta di una sala, sicura, climatizzata dove potevano essere conservati oggetti come vecchie fotografie e vecchi documenti.
Ma ancora, nonostante i tentativi, e un conto corrente in banca in attivo del museo, non si è arrivati a farlo crescere. Ma a Tontitown non c’è il solo museo che racconta degli italiani, se si va nell’altro angolo dell’Arkansas, a Lake Village, c’è il secondo, nell’estremo sud dello stato. Ma la caratteristica di entrambi, oltre a essere piccoli e molto italiani è anche quella di raccogliere i tesori, non importa grandi o piccoli, delle famiglie locali.
Infatti quando i residenti raggiungono una età avanzata, oppure muoiono, le famiglie spesso donano i loro ricordi al museo, a entrambi, una maniera per non perdere le proprie origini. A Lake Village chi ha voluto il museo è stata Libby Borgognoni, oggi 81 anni, che l’idea l’ha avuta, e realizzata, nel 2011, in cinque salette della parrocchia, che erano usate come residenza del parrocco.
E la storia che Mrs. Borgognoni racconta merita di stare in un museo. Infatti in quella parte dell’Arkansas nel 1895 arrivarono 250 famiglie dall’Italia, altre 100 l’anno successivo.
All’epoca un banchiere di New York, poi diventato anche industriale, Austin Corbin con qualche amico aveva comprato ampi appezzamenti di terreno in Chicot County e cominciò a reclutare famiglie italiane disposte a trasferirsi per coltivare i campi di cotone. Corbin chiamava quella parte degli States Sunnyside Plantation. “In quell periodo – racconta Mrs. Borgognoni – non c’erano troppi lavoranti, così venivano fatte delle promesse agli emigranti italiani affinchè si trasferissero qui”. Ma la realtà, questa volta il racconto lo fa Rebecca Howard, storica, che ha parenti originari di Tontitown, era parecchio diversa da quella che dipingeva Corbin, e poi divenne ancora peggio dopo la sua morte.
“L’acqua era sporca – dice Mrs. Howard che insegna storia americana al Lone Star College di Montgomery, in Texas – la malaria e la febbre gialle aveva già spazzato via 300 persone nel primo anno, molti dei quali bambini. E nessuna di queste persone aveva mai coltivato il cotone, non erano abituati a quel clima, morivano e nemmeno uno degli accordi era stato rispettato”. Da lì alcune famiglie italiane tornarono in patria, altre si diressero nel Mississippi, Missouri, Alabama… Ma il gruppo più grande, 40 famiglie, guidato da Padre Bandini si diresse la nord, fondando Tontitown, di cui il sacerdote fu il primo sindaco.
Poi la storia ha fatto sì che a Tontitown nascesse anche il Grape Festival, diventato famoso in tutto lo stato, le origini dovute a una azienda che lì aprì uno stabilimento per succo d’uva…
Ma l’aspetto ancora più curioso, che i due musei non dimenticano, è che c’è anche un terzo paesino italiano nell’Arkansas, si chiama Little Italy, e fu fondato nel 1915. Si trova nelle contee di Pulaski e Perry, fondato da emigranti italiani e l’anno scorso ha lottato per trasformarsi in un town, negata nel febbraio scorso. E adesso da Tontitown a Lake Village fino a Little Italy, le tre cittadine lavorando assieme per ricerche sulle famiglie, le origini e si sostengono uno con l’altro, come se fossero in Italia.
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