Indagine sui patronati all’estero – commento della presidente dell’INCA

Commento della presidente dell’INCA ed attuale presidente del CE.PA., Morena Piccinini, sull’indagine – conclusasi recentemente – sui patronati all’estero promossa dal senatore Micheloni presidente del CQIE del Senato:

“Dopo tanta attesa la montagna ha partorito un topolino. L’indagine conoscitiva sull’operato dei patronati all’estero, avviata più di un anno fa dal Comitato parlamentare per le questioni degli italiani all’estero, i cui contenuti vengono anticipati su Il sole 24 ore di oggi, si limita a indicare presunte irregolarità, senza specificarne la portata e il merito, per evocare un’azione di controllo da parte del Ministero del Lavoro più capillare e stringente.

Dopo un anno e mezzo di audizioni alla Commissione del Senato e dopo numerosi viaggi dei membri della stessa,  in America Latina, in Nord America e in tutta l’Europa, ci immaginavamo che il punto cruciale della proposta del Comitato ruotasse intorno al tema annunciato già nel titolo dell’indagine: come, cioè, ridefinire e ampliare le possibilità di tutela (e in quest’ambito anche il ruolo dei patronati all’estero), per dare risposte ai bisogni dei nostri connazionali residenti fuori dall’Italia.

Invece, il documento finale si dilunga sulle proposte di controllo. L’Inca, in ogni occasione, convegno o altra sede di confronto, anche istituzionale, ha rivendicato una diversa modalità di controllo. Senza ergersi a difensori del Ministero del lavoro, vogliamo ribadire che l’attività di vigilanza annuale del Ministero del Lavoro avviene in modo scrupoloso e certosino, analizzando ogni pratica, ogni foglio, scandagliando la struttura amministrativa di ogni ufficio per garantirne l’attinenza alle norme. Ogni polemica sull’argomento è perciò pretestuosa.

E’ certamente difficile immaginare che questi controlli possano svolgersi ovunque ogni anno, considerando che gli uffici di patronato sono diffusi in quasi tutti i continenti. Sarebbe auspicabile quindi che il Ministero stesso venisse dotato di strumenti che gli permettano di effettuare la vigilanza in modo più agevole, per esempio, incrociando i dati in suo possesso con quelli dell’Inps, che  certifica ogni pratica. Naturalmente, il presupposto di tutto questo è che l’Inps cominci a collaborare mettendo a disposizione la sua banca dati.

Ci auguriamo, pertanto che si colga finalmente l’occasione di questa indagine promossa dal Comitato per aprire un confronto di merito e che si abbandoni un atteggiamento falsamente ideologico volto a punire chi assiste quotidianamente tanti nostri connazionali nell’esercizio di adempimenti obbligatori cui sono chiamati dalle nostre istituzioni nazionali. Mi preme sottolineare, infine, che il fondo Patronati è alimentato da una quota dei contributi previdenziali versati dai lavoratori e dalle imprese. Perciò non si tratta di finanziamenti pubblici, ma di risorse provenienti dal mondo del lavoro.

Pensiamo, quindi che il Comitato abbia perso una grande occasione per fare chiarezza sul ruolo dei Patronati e per elaborare una vera proposta di merito che aiuti a costruire risposte più avanzate per i tanti emigranti giovani e anziani, per i quali il patronato rappresenta l’unico punto la costante riduzione della rete consolare all’estero”. (06/04/2016-ITL/ITNET)

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