Il nuovo accordo sulla tassazione dei frontalieri, sul quale il 22 dicembre scorso si è raggiunta l’intesa tecnica definitiva fra Confederazione svizzera e Italia (prologo ad una firma che dovrebbe arrivare in primavera, andando a sostituire l’attuale in vigore dal 1974) non piace al sottosegretario all’Attuazione del Programma e ai Rapporti istituzionali nazionali di Regione Lombardia Alessandro Fermi e al consigliere Luca Marsico, che ne hanno discusso oggi.
“Siamo di fronte a un accordo che non ci soddisfa affatto – hanno sottolineato Fermi e Marsico -, che andrà a penalizzare sia i 60.000 lavoratori di frontiera, (fra i quali 25.000 varesini e altrettanti comaschi), sottoposti a un vero salasso, così come i Comuni di frontiera, che potrebbero vedere azzerati i ristorni con, a cascata, gravi conseguenze per garantire i servizi essenziali per la collettività. Per questa ragione auspichiamo vivamente una profonda rivisitazione dell’Intesa tecnica raggiunta facendo appello al Governo Renzi, affinché riveda profondamente quanto concordato”.
Al momento, infatti, se questo fosse il testo definitivo che dovesse essere sottoscritto, gli unici penalizzati dalla nuova intesa, secondo Fermi e Marsico, sarebbero “proprio sia i lavoratori che i nostri territori di confine e questo non possiamo accettarlo”.
“Invitiamo tutti i cittadini lombardi che hanno prestato lavoro in Svizzera negli anni passati e i parenti di quei lavoratori che sono deceduti prima del pensionamento – hanno concluso Fermi e Marsico – a ritirare il secondo pilastro, che spetta di diritto, in base a quanto versato al Governo elvetico negli anni di lavoro, e, in caso di dubbio, a rivolgersi tempestivamente alle organizzazioni sindacali. Sarebbe una beffa, se questo tesoretto restasse in Svizzera e per molti nostri concittadini potrebbe rappresentare una inaspettata boccata di ossigeno”. (aise)
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