L’uso intensivo dei media può avere un impatto sulla psiche e anche sugli aspetti sociali o fisici. Il ritirarsi, i disturbi del sonno, la stanchezza, i disordini alimentari o i cattivi voti possono indicare un comportamento problematico online, ma possono anche avere un’altra causa. Ecco perché è importante osservare attentamente e chiedere aiuto se necessario.
Ormai non usciamo quasi mai di casa senza il cellulare. E una volta dimenticato lo smartphone, ci sentiamo esclusi dal mondo digitale. Anche la paura di perdersi qualcosa quando non si è online, può portare a un uso intensivo del cellulare tra i giovani. Non sorprende che i genitori si chiedano se i loro figli siano dipendenti dal cellulare. Una ricerca di indizi su quando l’uso di un cellulare può diventare un problema.
Lo smartphone è ormai indispensabile nella vita quotidiana, non solo per i giovani, ma anche per molti adulti. Il cellulare combina molte funzioni pratiche e ci connette con altre persone e con il mondo. È facile perdersi tra tutte le app, i giochi e le piattaforme video a disposizione. Si naviga per ore, si continua a cliccare o si rimane incantati da video divertenti. L’uso intensivo del cellulare diventa problematico però quando incide su altri ambiti di vita. Tuttavia, se e a che punto si è di fronte ad una dipendenza, è una questione complessa che deve essere esaminata attentamente.
Quanto tempo una persona sta sullo smartphone ogni giorno non è il criterio più importante per un uso problematico del cellulare. Non c’è un limite di tempo che dice cosa è ancora normale e cosa non lo è. Naturalmente, il rischio di comportamenti di dipendenza aumenta quanto più a lungo si è online. Occorre inoltre considerare anche altri aspetti che indicano un comportamento problematico. Questi includono, ad esempio, la perdita di controllo o il coinvolgimento mentale. Se si nota una sensazione di disagio, irrequietezza o nervosismo quando il dispositivo non può essere utilizzato, questi sono segni che dovrebbero farvi riflettere. Un altro segnale è quando l’utente ha bisogno di sempre più tempo sullo schermo fino a quando si instaura la tanto agognata «sensazione di benessere».
La gratificazione gioca un ruolo centrale nello sviluppo di comportamenti online problematici. I «mi piace», i commenti simpatici, tanti follower o il raggiungimento di un nuovo livello nel videogioco, fanno appello al sistema di ricompensa nel cervello e innescano una bella sensazione. Se questa bella sensazione viene attivata ripetutamente da tali attività, si verifica un «effetto di apprendimento». Il cervello si abitua, ma ne serve sempre di più per ottenere lo stesso effetto. Se ieri dieci like hanno scatenato una sensazione di felicità, oggi devono essere di più perché avvenga lo stesso.
Più consapevolmente si organizza il tempo allo schermo e il comportamento online, più è probabile che il consumo dei media non sfugga di mano. Ma cercare alternative e provare cose nuove può essere faticoso e difficile. Per questo processo, i bambini e i giovani hanno bisogno di un accompagnamento da parte degli adulti.
Alcuni consigli da provare:
- Accesso e ostacoli: Tutto ciò che è a portata di mano, viene preso più facilmente. Più qualcosa è lontano, più diventa faticoso raggiungerlo.
Esempio: mentre si fanno i compiti, il cellulare rimane in un’altra stanza. Per sbloccare il dispositivo, si imposta deliberatamente una lunga password. - Pause e alternative: È anche utile attivare una pausa sullo schermo e controllare il proprio comportamento. Tuttavia, questa pausa è sostenibile solo se l’uso che se ne fa viene adattato di conseguenza e i vecchi schemi vengono interrotti.
Esempio: usare un orologio da polso o una sveglia invece di controllare l’ora sul cellulare. Oppure mettere lo smartphone in modalità «uso in aereo» per un po’, in modo da non essere costantemente distratti dai messaggi in arrivo. - Regole e zone: definite insieme le regole di famiglia su quando e dove può essere usato il dispositivo.
Esempio: stabilire orari e zone libere dal cellulare che si applicano a bambini e adulti (leggere di più su questo argomento nell’articolo «Regole e accordi per gestire i media digitali»).
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