“Se la Russia raggiungerà i suoi obiettivi politici in Ucraina con mezzi militari, l’Europa non sarà più quella che era prima della guerra. Non solo verrà a mancare il primato degli Stati Uniti in Europa; il fatto che l’Unione europea o la Nato possano assicurare la pace nel continente sarà un ricordo di un’età perduta”. In un’analisi pubblicata lo scorso 18 febbraio su Foreign Affairs – Liana Fix, resident Fellow presso il German Marshall Fund, a Washington, DC, Michael Kimmage, professore di Storia alla Catholic University of America e Visiting Fellow al German Marshall Fund, già collaboratore del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti dove si è occupato proprio dei rapporti fra Ucraina e Russia – provano ad immaginare il futuro dell’Europa e dell’Alleanza Atlantica ipotizzando una vittoria militare e diplomatica di Mosca.
Analisi che deve naturalmente tenere conto di una situazione che progredisce di ora in ora, con il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che all’agenzia Ria Novosti afferma che il presidente russo Vladimir Putin “è pronto a inviare a Minsk una delegazione russa a livello di rappresentanti del Ministero della Difesa, del Ministero degli Affari Esteri e dell’amministrazione presidenziale per negoziati con una delegazione ucraina”. L’Ucraina, dal canto suo, sta “valutando la proposta” fatta dalla Russia di colloqui a Minsk, come confermato alla Cnn da Oleksiy Arestovych, consigliere di Volodymyr Zelensky.
E se la Russia vincesse in Ucraina?
Secondo molti analisti occidentali, l’invasione russa dell’Ucraina su larga scala si potrebbe trasformare in un “pantano” per Mosca. Tuttavia, come ricorda l’analisi di Foreign Affairs, gli stessi analisti erano convinti che anche la Siria si sarebbe rivelata un “pantano” per le forze militari russe. Non è andata così, e anche in Ucraina la Russia potrebbe, alla fine, ottenere ciò che vuole – la non adesione di Kiev alla Nato e la promessa di una “neutralità” della nazione ex sovietica – con uno sforzo tutto sommato contenuto. Il fatto che il Cremlino voglia trattare riconoscendo la legittimità del presidente Zelensky, ne è una prova. Se così fosse, per l’Alleanza Atlantica diverrebbe necessario ripensare completamente la strategia adottata negli ultimi 30 anni.
Se la Russia prenderà il controllo dell’Ucraina o riuscirà a destabilizzarla su larga scala, osserva Foreign Affairs, inizierà infatti “una nuova era per gli Stati Uniti e per l’Europa”. I leader statunitensi ed europei dovrebbero affrontare la duplice sfida di ripensare alla sicurezza europea e di non essere coinvolti in una guerra più ampia con la Russia. Tutte le parti dovrebbero considerare il potenziale degli avversari dotati di armi nucleari nello scontro diretto”. Queste due responsabilità, tuttavia, – difendere con fermezza la pace europea ed evitare prudentemente l’escalation militare con la Russia – “non saranno necessariamente compatibili. Gli Stati Uniti e i loro alleati potrebbero trovarsi profondamente impreparati al compito di dover creare un nuovo ordine di sicurezza europeo a seguito delle azioni militari della Russia in Ucraina”. Foreign Affairs descrive i possibili scenari di una vittoria russa in Ucraina, che potrebbe contemplare l’instaurazione di un governo vicino a Mosca o la spartizione del Paese. In alternativa, spiega, “la sconfitta dell’esercito ucraino e la negoziazione di una resa ucraina potrebbero effettivamente trasformare l’Ucraina in uno stato fallito”.
“Posizione della Germania messa a dura prova”
Secondo l’autorevole rivista statunitense, una vittoria russa – diplomatica e militare – in Ucraina metterebbe a durissima prova la posizione della Germania nell’Alleanza atlantica. Il Paese europeo più importante dal punto di vista economico continua a essere ininfluente sul piano militare e geopolitico e questa sua ambiguità spiega anche la debolezza dell’Europa tutta. La Germania, osserva, “è una potenza militare marginale che ha basato la sua identità politica del dopoguerra sul rifiuto della guerra. La cerchia di partner di cui si è circondata, soprattutto a est con la Polonia e gli Stati baltici, rischia di essere destabilizzata dalla Russia”. Francia e Regno Unito, spiega, “assumeranno ruoli di primo piano negli affari europei” in virtù dei “loro eserciti relativamente forti e della lunga tradizione di interventi militari”. Il fattore chiave in Europa, tuttavia, rimarranno gli Stati Uniti. La Nato dipenderà dal sostegno degli Stati Uniti”. Per quanto concerne i rapporti fra i Paesi europei e Mosca, “lo stato di escalation permanente tra Russia ed Europa potrebbe rimanere freddo dal punto di vista militare” ma di confronto sotto il profilo economico. A quel punto, l’interdipendenza economica fra Russia e Cina sarà ancora più stretta.
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