L’UE denunciata per crimini contro l’umanità all’Aia

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 16-11-2016 - Mar Mediterraneo Operazione di salvataggio di 433 migranti, di cui 87 donne e 8 bambini, condotta dall'Ong Moas (Migrant Offshore Aid Station) e dalla Croce Rossa a bordo della nave Topaz Responder al largo della costa libica. Al momento a bordo ci sono 554 migranti. Questo bambino ha meno di un mese. Vincenzo Livieri - LaPresse 16-11-2016 - Mediterranean sea News 433 migrants, of whom 87 women and 8 children, rescued by the Ngo Moas (Migrant Offshore Aid Station) and the Red Cross on the Topaz Responder vessel off the Libyan coast. At the moment there are 554 migrants on board. This baby is less than a month old

«Crimini contro l’umanità»: è il capo d’accusa contenuto in una denuncia contro l’Unione Europea e gli Stati membri che hanno svolto un ruolo di primo piano nella crisi dei rifugiati, Italia, Germania e Francia. La denuncia è stata presentata alla Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi) e contenuta in un documento lungo 245 pagine. Lo scrivono il Guardian ed El Pais citando come autori principali della denuncia sono Juan Branco, che ha lavorato in passato alla Cpi e al ministero degli esteri francese, e Omer Shatz, un avvocato israeliano che insegna all’università Sciences Po di Parigi che guidano un gruppo di avvocati internazionale.

Il documento chiede un’azione punitiva sulla politica migratoria dell’Ue basata dopo il 2014 sulla deterrenza, che presumibilmente «intendeva sacrificare la vita dei migranti in difficoltà in mare, con l’unico obiettivo di dissuadere gli altri in situazioni simili dalla ricerca di un rifugio sicuro in Europa». L’accusa è che funzionari e politici hanno consapevolmente creato la «via di migrazione più letale del mondo», con la conseguenza che oltre 12.000 persone hanno perso la vita.

L’accusa di «crimini contro l’umanità» si basa in parte su documenti interni di Frontex, l’organizzazione dell’Ue incaricata di proteggere le frontiere esterne dell’Unione, che, dicono gli avvocati, ha avvertito che il passaggio dalla fortunata politica di salvataggio italiana di Mare Nostrum potrebbe portare a un «più alto numero di vittime». La denuncia sostiene che: «Per arginare i flussi migratori dalla Libia a tutti i costi… e al posto di operazioni di salvataggio e sbarco sicure come prescrive la legge, l’Ue sta orchestrando una politica di trasferimento forzato nei campi di concentramento, come le strutture di detenzione (in Libia) dove vengono commessi crimini atroci».

Il passaggio da Mare Nostrum a una nuova politica del 2014, nota come Triton (dal nome del dio messaggero greco del mare), è identificata come un momento cruciale «che stabilisce indiscutibili mens rea (intenzioni mentali) per i reati ipotizzati». Si afferma che le prove contenute nel dossier stabiliscono la responsabilità penale all’interno della giurisdizione della Cpi per «causare la morte di migliaia di esseri umani all’anno, il respingimento (ritorno forzato) di decine di migliaia di migranti che tentano di fuggire dalla Libia e la successiva commissione di omicidio, deportazione, detenzione, riduzione in schiavitù, tortura, stupro, persecuzione e altri atti inumani contro di loro».

La politica Triton ha introdotto «l’attacco più letale e organizzato contro la popolazione civile su cui la Cpi ha giurisdizione nell’intera storia della corte», afferma il documento legale. «I funzionari dell’Unione europea e degli Stati membri avevano una conoscenza precoce e piena consapevolezza delle conseguenze letali della loro condotta». La presentazione non individua singoli politici o funzionari per responsabilità specifiche ma cita i cablo diplomatici e i commenti dei leader nazionali, tra cui Angela Merkel e Emmanuel Macron.

fonte: lastampa.it
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: