Schirò, Ungaro, Garavini (Pd) – Il Governo ignora i problemi socio-previdenziali degli italiani in America Latina

Siamo consapevoli che in un anno di Governo, e nonostante le mirabolanti promesse, non è ragionevolmente ipotizzabile “cambiare il mondo”, come era stato annunciato.

Pur tuttavia un anno è un tempo più che sufficiente per individuare e analizzare i problemi più urgenti ed avviare un abbozzo di attività per la loro soluzione. Ma dopo un anno di Governo gialloverde e con un sottosegretario agli Esteri che dovrebbe rappresentare lo strumento attivo per la tutela dei diritti del mondo dell’emigrazione, in particolare in America Latina, i problemi e le aspettative dei nostri connazionali in quel continente, in materia di previdenza, assistenza, fisco e sanità, sono stati in gran parte disattesi o ignorati.

Ci riferiamo a questioni sociali concrete (per evitare il ricorso ad una sterile propaganda politica) da affrontare e risolvere.

Non c’è traccia invece nell’attività di Governo, per esempio, dell’avvio di trattative per il rinnovo  degli accordi bilaterali di sicurezza sociale oramai obsoleti ed inefficaci (vedi Argentina, Brasile, Stati Uniti, Uruguay e Venezuela) o per la stipula di nuovi accordi (vedi Cile, Perù, Ecuador, Colombia, Costa Rica, Messico, etc.); non è stata avviata alcuna riflessione (nella legge di stabilità per il 2019 e nei decreti collegati) sulla necessità di introdurre una sanatoria degli indebiti previdenziali che colpiscono quasi 100.000 pensioni in convenzione  o di rivedere il meccanismo di calcolo delle pensioni in convenzione marchiate dalla vergogna di importi irrisori; non sembra rientrare nell’agenda di lavoro di questo Governo una revisione delle numerose convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali che invece paradossalmente consentono la tassazione concorrente (ne sanno qualcosa i nostri connazionali che vivono, per esempio, in Brasile, in Canada, in Francia) o di stipulare nuovi accordi fiscali con Paesi come il Perù dove vivono importanti comunità italiane; è scomparsa (o meglio, non è stata mai inserita) nel calendario dei lavori una valutazione sull’opportunità di esentare i nostri connazionali dal pagamento di imposte e tasse ingiuste come l’IMU, la TASI e la TARI, il Canone RAI e le addizionali regionali e comunali; è assolutamente inesistente la semplice idea di  tutelare le nuove mobilità attraverso la stipula di accordi bilaterali di assistenza sanitaria con i Paesi extraeuropei in modo da non costringere gli italiani in uscita e in entrata a dover ricorrere a onerose polizze assicurative o di garantire le cure urgenti ospedaliere gratuite anche agli italiani nati all’estero che rientrano temporaneamente in Italia; inoltre un Governo attento e sensibile alle questioni sociali dei lavoratori emigrati si attiverebbe con impegno per consolidare e migliorare gli incentivi fiscali ai giovani lavoratori espatriati che desiderano rientrare in Italia e per eliminare la piaga della doppia imposizione fiscale a carico dei giovani espatriati i quali producono reddito all’estero ma non sono iscritti all’AIRE; ed infine a fronte della drammatica ripresa delle migrazioni sarebbe idoneo elaborare politiche e istituire strumenti per accompagnare e gestire con responsabilità e sensibilità il preoccupante fenomeno.

È prassi diffusa degli esponenti di questo Governo difendere le proprie manchevolezze accusando i Governi precedenti, ma dopo un anno di inattività nel settore auspicheremmo un impeto di disponibilità e reattività al fine di ripristinare nell’agenda di lavoro la tutela dei diritti sociali dei lavoratori emigrati. Da parte nostra continueremo a sollecitare un maggiore impegno e ad offrire il nostro contributo.

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