Quadro generale dell’associazionismo italiano all’estero

“Molti dubbi e poche certezze all’orizzonte: è questo in sintesi quanto vien da dire a chi ci chiede quale sia il quadro generale dell’associazionismo italiano all’estero, delle sue rappresentanze, del suo futuro. C’è confusione sulla rappresentanza parlamentare (quale sarà dopo il referendum sulla riforma costituzionale e come comunque si voterà), sulla durata e sulle funzioni del CGIE (già nato “a scadenza breve”), su che sarà il “Forum” (sorto con ambiziosi traguardi e già in difficoltà)”. Così il segretario generale del Ctim Roberto Menia nel fondo apparso sul nuovo numero del mensile Prima di Tutto Italiani, in cui traccia un bilancio del rapporto tra partitocrazia e associazionismo. Secondo Menia “la rappresentanza parlamentare era stata immaginata da Tremaglia come l’espressione del meglio dell’italianità sparsa nel mondo, risponde invece inevitabilmente a logiche di schieramento e spesso i rappresentanti eletti si sono rivelati inadeguati se non vere e proprie macchiette”.

E ancora: “in Parlamento c’è sempre chi vuol cancellare gli eletti all’estero, chi si accontenterebbe di dimezzarli (cosa che di fatto accadrebbe con l’approvazione delle modifiche costituzionali del Governo Renzi), chi disegna ipotesi che mirano alla riproposizione di se stessi. Noi diciamo parole chiare: il voto all’estero non si tocca ma se ne migliora la partecipazione, la correttezza, la trasparenza ed i candidati vanno scelti e votati dalle nostre comunità, non dalle segreterie dei partiti. Qui una domanda non peregrina si pone. Come può trovare spazio parlamentare l’associazionismo se non si lega ai partiti? E di conseguenza quanto si può essere “liberi” dentro un’associazione di italiani all’estero?”

Sottolinea per questo che “il Ctim, organizzazione sorta cinquant’anni fa con chiari riferimenti di stampo ideale e nazionale, ha sempre rivendicato la sua autonomia dai partiti. Nell’attuale quadro politico italiano, personalmente e da uomo di destra, mi pongo in opposizione al governo Renzi. Ma neppure mi piace un certo centrodestra a guida leghista (e antipatriottica). Ma non credo sia giusto far discendere dal mio personale giudizio una posizione che impegni l’intera organizzazione, nè potrei non considerare l’opinione di parlamentari di matrice Ctim che la pensano in maniera diversa. Siamo e saremo sempre liberi, al servizio solo dell’Italia e dell’Italianità come ha ben detto il nostro Arcobelli al Cgie, rilevando che l’infiltrazione partitica negli organi di rappresentanza delle comunità all’estero resta il vero grande problema”. (aise) 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: