La conoscenza dell’italiano in Uruguay assume una rilevanza speciale che va oltre la cultura, l’arte, la storia o la gastronomia.
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Di Matteo Forciniti per “Gente d’Italia”
Parte ufficialmente l’italiano nelle scuole elementari pubbliche uruguaiane per questo 2016. L’evento di presentazione si è svolto martedì 17 maggio presso la Casa degli Italiani di Montevideo, che è tornata ad accogliere i bambini dopo la consegna dei diplomi di fine anno avvenuta lo scorso dicembre. Anche quest’anno i corsi – finanziati dal Governo italiano – sono organizzati insieme dal CASIU (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay) e dalla Società Dante Alighieri di Montevideo con la collaborazione del Dipartimento di Seconde Lingue dell’ANEP (Administración Nacional de Educación Pública).
L’iniziativa di martedì pomeriggio è stata presentata dal CASIU ed è stata accompagnata da una grande festa a cui hanno partecipato diverse scuole della capitale che hanno preparato diversi spettacoli artistici e musicali. “Vogliamo ringraziare tutte quelle persone che lavorano quotidianamente negli istituti scolastici” ha dichiarato la presidente del CASIU Graciela Zanini che guida anche l’Associazione Lombarda di Montevideo. “In una società sempre più globalizzata e competitiva è necessario poter fornire agli studenti degli strumenti per ottenere maggiori conoscenze. Ecco perché le lingue straniere giocano un ruolo fondamentale nell’istruzione. Dobbiamo difendere con decisione il plurilinguismo”.
La Zanini ha poi voluto sottolineare le specificità dell’italiano in un paese dove la conoscenza di questa lingua “assume una rilevanza speciale che va oltre la cultura, l’arte, la storia o la gastronomia”. “Il nostro auspicio” – ha proseguito – “è che i ragazzi possano approfittare di questa grande opportunità che gli viene dato grazie ai finanziamenti del Governo italiano”.
L’italouruguaiana di origine lombarda ha poi ribadito l’obiettivo del CASIU, “quello di poter lavorare a stretto contatto con le autorità e raggiungere un numero sempre più alto di studenti”.
Claudia Morettini, direttrice della Dante Alighieri, ha mandato un grazie speciale a “tutti quei genitori di origine italiana che hanno voluto mantenere la lingua anche per i propri figli e che sicuramente avranno fatto tesoro delle storie di emigrazione ascoltate in famiglia”. La storia della lingua italiana in Uruguay ha radici molto profonde che risalgono al secolo scorso. Bisogna ricordare, ad esempio, che dal 1942 -sotto la presidenza di Alfredo Baldomir Ferrari (discendente italiano)- venne sancita l’obbligatorietà dell’insegnamento nelle scuole pubbliche. Oltre 60 anni dopo, nel 2006, il Governo tuttavia cancellò questa imposizione.
Attualmente l’italiano viene insegnamento nelle scuole elementari grazie a un accordo tra l’Ambasciata italiana e il CEIP (Consejo de Eduación Inicial y Primaria) che va avanti dall’anno 2003. Secondo i dati forniti, sono 36 – come nel 2015 – le scuole di tutto il paese coinvolte: 19 a Montevideo e 17 nel resto del paese. L’offerta è rivolta agli studenti del quinto e del sesto anno a cui in questo 2016 si aggiungono anche quelli del quarto. Il numero delle scuole coinvolte, tuttavia, è notevolmente diminuito negli ultimi anni a causa della riduzione dei finanziamenti.
“Imparare una nuova lingua non è solo una possibilità: è una necessità” ha dichiarato Lilián Etcheverry, direttrice del dipartimento di lingue straniere del CEIP (Consejo de Educación Inicial y Primaria) ed ispettrice. “Lo scambio interculturale è sempre positivo ed aiuta nella condivisione dei valori democratici. I bambini con una nuova lingua possono comprendere meglio l’economia globale ed incidere su questa”.
“Siamo orgogliosi di questa sfida” ha commentato. “Questo progetto, per le nostre scuole, è di grande importanza”.
Per Héctor Florit, consigliere del CEIP, “lo studio della seconda lingua è al centro della politica educativa uruguaiana. È un elemento, questo, che conferisce un senso particolare di inclusione ancora più forte per un paese come il nostro nato dagli immigrati”. In questo contesto risulta “fondamentale” l’Italia: “È difficile trovare una famiglia uruguaiana che non abbia un antenato italiano”. Florit ha citato il suo esempio, con i nonni materni originari del nord Italia. “Dobbiamo valorizzare tutto questo patrimonio. La lingua è un punto fondamentale”.
Alla cerimonia ha partecipato anche Antonella Agostinis, la nuova dirigente scolastica del Consolato da poco mesi in Uruguay. Un ringraziamento speciale a “tutti coloro che mi hanno aiutato a conoscere meglio la realtà di questo paese”. L’auspicio è quello di “continuare a lavorare bene con il CASIU e l’ANEP (Administración Nacional de Educación Pública).
“Divertiamoci imparando” è stato lo spettacolo che ha chiuso la giornata dopo la presentazione dei momenti principali dei lavori svolti nel 2015. Protagonisti gli alunni di due istituti di Montevideo dove si continua a insegnare la lingua di Dante: la Scuola numero 51 “República del Paraguay” nel quartiere Villa Dolores e quella 107 “República de Costa Rica” nella zona La Blanqueada.
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