“Gli italiani all’estero hanno già votato per il referendum trivelle con una partecipazione che secondo i dati che provengono dalle nostre ambasciate, è stata quasi inesistente rispetto ai circa quattro milioni degli aventi diritto”. È quanto dichiara in una nota il senatore Aldo Di Biagio (Ap). Il termine per gli elettori all’estero è scaduto ieri, 14 aprile. Da oggi, i plichi votati giunti in tempo nei consolati stanno partendo alla volta dell’Italia dove saranno scrutinati insieme ai voti degli italiani in Italia, dalla chiusura dei seggi domenica sera alle 23.
“Certamente – argomenta Di Biagio – un quesito referendario formulato in modo sostanzialmente incomprensibile e la mancanza di una campagna informativa adeguata hanno concorso ad tenere lontani i nostri connazionali dalle urne. Se si pensa che solo per l’estero il costo del referendum si aggira intorno ai 34 milioni di euro, e che la scarsa partecipazione inciderà sul quorum, è necessario aprire una riflessione”.
Senza dimenticare che, secondo le previsioni della vigilia, il voto degli italiani in Italia basterà da solo a non far raggiungere il quorum, visti anche gli appelli all’astensione del Governo, per Di Biagio “data infatti la peculiarità della circoscrizione estero sarebbe utile, con riferimento allo strumento referendario, studiare delle modalità che consentano una maggiore partecipazione e che non penalizzino il raggiungimento del quorum. Se non si riforma il sistema per gli italiani all’estero, la consultazione referendaria – conclude – sarà solo un spesa inutile e una pietra al collo della democrazia”. (aise)
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