Completa solitudine

La maggior parte delle persone che lavorano lo fa in compagnia, all’interno di un’organizzazione. Perfino il lavoro casalingo – un impegno ’serio’ anche quello – di norma riflette comunque i ‘movimenti’ di familiari e conviventi.

Una scarsa minoranza di persone si impegna invece in attività che per vari motivi o richiedono, o – a seconda di come la si considera – permettono, la completa solitudine. Vengono in mente i ‘creativi’, gli artisti, gli scrittori, i traduttori, ma sempre di più anche i lavoratori in smart working, che rappresentano una sorta di ruolo ‘ibrido’, con un piede in ufficio e l’altro sotto un tavolo a casa.

Il Faro di Thridrangaviti – nell’immagine qui sopra – è un caso estremo. Si trova nell’Atlantico del Nord al largo dell’Islanda. Oggi è raggiungibile in l’elicottero, ma quando è stato costruito – tra il 1938 e il 1939 – l’unica maniera per arrivare in cima era con una scalata. Il suo funzionamento è ormai largamente automatizzato, ma per lunghi anni ha richiesto la presenza permanente di un ‘guardiano del faro’ per tenerlo in servizio.

Si tratta ovviamente di un caso limite, che però lascia intravedere il vero problema. Come si fa ad organizzarsi – a ’stare sul pezzo’ – quando si lavora in solitudine? Gli esperti di queste situazioni estreme offrono alcuni consigli che si applicano anche ai lavoratori WFH:

 creare deliberatamente una serie di comportamenti fissi – delle abitudini – che scadenzano la giornata. Esempi semplici possono comprendere: ogni sera preparare i vestiti per il giorno dopo, fare rigorosamente una passeggiata a metà giornata (pure con la pioggia…) e così via.

• inventare dei ’rituali’ che creino uno spazio – seppure solo mentale – dedicato al lavoro, anche quando non c’è un ‘ufficio’… Possono bastare una lampada che rimane accesa solo quando si è ‘in servizio’ o almeno una penna ‘speciale’ da mettere via con decisione alla fine della giornata lavorativa.

 mangiare bene e in maniera ordinata. La tendenza ad alzarsi periodicamente per andare a vedere cosa c’è nel frigo mette a rischio la disciplina lavorativa, ma anche il peso forma.

• definire bene e dare una priorità ai compiti da concludere in giornata. Se è possibile, mettere cose veloci e facili in cima alla lista per iniziare ogni mattina con la sensazione di essere subito produttivi.

Infine, tenete a mente che avete la strepitosa fortuna di non dover fare una terribile scalata di 40 metri – con i ramponi sulla roccia nuda, col vento ghiacciato che tira e il mare che ruggisce sotto – per andare a lavorare, come invece toccava ai guardiani del faro islandese di una volta…

James Hansen per Mercoledì di Rochester

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