Da tempo gli emigrati italiani titolari di una pensione INPS – anche di pochi euro – devono far fronte, annualmente, alla certificazione dell’esistenza in vita. Alcuni di essi anche alla dichiarazione reddituale attraverso i modelli RED/EST. I pensionati devono anche chiedere il rilascio della Certificazione Unica (ex CUD) per ottemperare agli obblighi fiscali richiesti dal Paese di residenza.
Mentre per i RED/EST e per la Certificazione Unica i pensionati possono rivolgersi gratuitamente ai patronati, i quali sono autorizzati dall’INPS ad accedere, con apposita password, alla banca dati dell’Istituto previdenziale italiano, per la Certificazione dell’esistenza in vita questo servizio non è invece possibile poiché il patronato non è riconosciuto come “testimone accettabile” dalla Citibank, l’Istituto bancario che attualmente versa le pensioni INPS all’estero.
Pertanto i pensionati INPS all’estero per la Certificazione dell’esistenza in vita debbono rivolgersi ad una autorità ufficiale locale spesso a pagamento oppure ad un Ufficio della rete consolare italiana (gratis). Nel primo caso si verifica il paradosso che, spesso, il costo della certificazione si “mangia” buona parte della stessa pensione; nel secondo caso, da parte dei pensionati anziani si incontra la difficoltà di dover raggiungere un Ufficio consolare italiano dato che negli ultimi anni si sono rarefatti anche in aree a forte presenza di comunità italiane. Un problema questo ben noto ai Comites, al Cgie e, soprattutto, agli stessi patronati che, inutilmente, hanno cercato di essere riconosciuti come “testimoni accettabili” dalla Citibank e quindi dall’INPS per poter offrire anche questo servizio ai pensionati emigrati con le loro sedi che, notoriamente, sono più di prossimità rispetto agli Uffici consolari.
Si constata con piacere che questo problema è stato posto all’attenzione del Ministero del Lavoro e di quello degli Esteri dagli onorevoli eletti all’estero ed in particolare in questi giorni, dall’Onorevole Gianni Farina, affinché vengano individuate ed applicate delle forme di Certificazione dell’esistenza in vita meno vessatorie per i pensionati all’estero. L’augurio è che una soluzione venga presa al più presto in modo che sia applicabile ed operativa per la Certificazione del 2017.
Roma, 3 maggio 2016
Anna Maria Ginanneschi
Presidente
II Commissione CGIE
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