Intervista a Edith Pichler, consigliere del CGIE Germania

Il dibattito prosegue sui temi del CGIE , la sua riforma, i suoi strumenti.
Italian Network /Italialavorotv  ha intervistato la prof. Edith Pichler, consigliere del CGIE Germania.
Docente universitaria, attenta osservatrice della/e diverse componenti e realtà del mondo dell’emigrazione italiana, “sistema Italia” compreso.
Nell’intervista l’esponente della comunità italiana esprime “senza veli”, e talvolta con una buona dose di ironia, alcune riflessioni sulla nascita del nuovo CGIE ma anche indicazioni ed auspici.
Una intervista la cui pubblicazione viene a coincidere con l’audizione del Sottosegretario con delega per gli italiani all’estero Enzo Amendola al Comitato per gli Italiani all’estero e la promozione del Sistema Italia della Camera dei deputati ( di cui a breve daremo conto) ed il cui intervento, in alcuni passaggi,  sembra essere una risposta alle riflessioni del Consigliere Pichler sulla qualita’ della rappresentanza del CGIE.
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Di Maria Ferrante per “Italian Network

Riprendere il lavoro dopo anni di blocco delle politiche indirizzate agli italiani all’estero, esito della disattenzione da parte di Governi e Parlamento, non è facile per il CGIE. A farlo presente a Italian Network/Italialavorotv è la Professoressa Edith Pichler neo Consigliere del CGIE-Germania, che parla di un inevitabile “appesantimento” del lavoro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, il cui approccio ne è rimasto in qualche modo influenzato.

Un „appesantimento“ presente anche nell’attività dei Comites, nonostante questi organismi abbiano dovuto comunque confrontarsi con l’accoglienza delle nuove , giovani e meno giovani generazioni di italiani che arrivano – fa presente la Prof. Pichler – per lo più impreparati ad un percorso migratorio complesso.

Un percorso che ha poco a che fare con i titoli di studio e le più agguerrite professionalità. „ E’ il caso del Comites di Berlino, dove arrivano giovani e meno giovani, intere famiglie, professionisti ma anche operai e artigiani“. Uno spaccato di società italiana che fugge da una situazione di sostanziale instabilità occupazionale che, nonostante piccoli passi in avanti, in realtà perdura tuttora. Ed i dati di ieri dell’INPS lo testimoniano: con il calo dei benefici contributivi 2016 per le aziende che assumono full time (vedi:http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=38357 ) Ma non solo. Il Report presentato nella giornata odierna dalla Fondazione Migrantes (vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=38255 ) offre uno spaccato altrettanto significativo sull’incremento esponenziale dei giovani italiani ‘fuggiti’ in Australia, tale da risultare addirittura superiore alla diaspora degli anni ’50, che riporta le lancette dell’orologio indietro nel tempo.

Ed è indubbio che „di questa realtà, così poliedrica, dovrà temere ampiamente conto il CGIE nella predisposizione del progetto di riforma dello stesso Consiglio“. Come dovrà tener conto del ddl sulle riforme costituzionali, al cui referendum, previsto per il mese di ottobre, prenderanno parte, tra gli altri, ricorda l’esponente del CGIE, anche gli italiani all’estero.

Ma, a tal proposito, a che punto siete in Commissione Diritti Civili e Partecipazione circa la proposta di legge di riforma del Consiglio, che dovrebbe essere portata all’attenzione del Governo entro il prossimo mese di Giugno, secondo la tabella di marcia dell’Assemblea del CGIE ?

„Abbiamo avuto un primo incontro, dopo l’assemblea plenaria del CGIE, su quello che dovrà essere il CGIE del futuro e presenteremo a breve le nostre indicazioni, ma in appena due mesi è impossibile dare vita ad una totale riforma. L’auspicio, poi, è che il Governo sia concretamente interessato.“

La Prof.ssa Pichler non fa mistero che l’interesse dei vertici politici del Paese è essenziale per sostenere la partecipazione degli italiani all’estero al voto. Come essenziale è rendere il processo elettorale il più semplice possibile. „Il meccanismo dell’iscrizione alle liste di voto per poter prendere parte alle elezioni – previsto per l’elezione dei Comites, non ha funzionato. Non è nel DNA italiano e non fa parte della cultura politica italiana“ spiega l’esponente del CGIE.“

Dunque, ‘innovare’, ‘riformare’ ma soprattutto ‘semplificare’. „Il basso livello di partecipazione alle elezioni dei Comites – prosegue Pichler – non è nato dalla mancata conoscenza dei Comitati, che in realtà come quella di Berlino è conosciuto, molto attivo e rappresenta le diverse espressioni politiche e sociali della comunità, ma perchè la procedura era diversa da quella consueta“.

Ed a proposito della rappresentanza la Prof. Pichler non esita ad esprimere qualche rilievo sulla presenza di soggetti di nomina governative all’interno del CGIE. „Se con l’elezione di rappresentanti dei Comites nel CGIE c’è una più diretta rappresentatività delle comunità all’estero che permette di produrre ‘Piani’ Paese più efficaci e di mantenere contatti con la realtà all’estero, dall’altra si stenta a comprendere come all’interno del CGIE si prevedano soggetti esterni a queste realtà di cui, però, vogliono essere attori influenzandone i rapporti“.

Il fattore ‘positivo’ del nuovo CGIE, rileva l’esponente della comunità italiana in Germania, sta proprio nel suo pluralismo generazionale, di gender, professionale e ideologico. E, tuttavia, gli ‘esperti’ sono di nomina governativa e sono indicati dai diversi Ministeri“. „Insomma siamo ‘affidati’ a consulenti di nomina governativa. Si vede che il CGIE ha bisogno di ‘tutori’„ stigmatizza Pichler con una buona dose di ‘ironia’.

„D’altra parte, afferma, siamo un organo politico, presentiamo proposte, e dunque non dovrebbero uscire dal CGIE solo „formule“ politiche, risultato di monopolizzazioni partitiche. Non siamo ingenui ed ognuno ha la sua idea politica, così come le comunità di italiani all’estero che rappresentiamo.“. „Tuttavia, sottolinea la prof.ssa Pichler, il futuro non dipende solo dal CGIE ma anche dalla controparte e se questa non ha interesse a mantenerlo in vita…“

Per chiudere, nella precedente intervista ad Italian Network aveva espresso  non pochi interrogativi, che sensazione ha tratto dall’esperienza della prima Assemblea del CGIE.?

„C’è stato poco tempo da dedicare al dibattito ma, tutto sommato, ne sono uscita con una „sensazione positiva“ conclude l’esponente del CGIE- Germania.(20/04/2016-M.F.-ITL/ITNET)

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