Normalizzazione dei codici fiscali di tutti i cittadini italiani

“Assicurare la corretta ed uniforme applicazione della Legge n. 54 del 1989” così da rendere possibile la creazione del codice fiscale anche agli esuli. Questo, in estrema sintesi, quanto richiesto dal senatore Aldo Di Biagio (Ap) in una interrogazione ai Ministri dell’interno e dell’economia, Alfano e Padoan.
“Nel 1989 – ricorda Di Biagio nella lunga premessa – a seguito della normalizzazione dei codici fiscali di tutti i cittadini italiani, no-dalmati, l’Agenzia delle Entrate non ha inserito tra gli ottomila e cento comuni italiani i 136 comuni dell’Istria, Fiume e Dalmazia e le tre relative province di Fiume, Pola e Zara che tra il 1920 ed il 1947 erano Italia, fino al 10 febbraio 1947, giorno del Trattato di Parigi, ciò in quanto si è verificata una vacatio legis per la quale gli esuli venivano considerati come apolidi; per dirimere tale situazione è stata emanata la Legge n.54 del 1989 recante “Norme sulla compilazione di documenti rilasciati a cittadini italiani nati in comuni ceduti dall’italia ad altri Stati in base al Trattato di pace”. In particolare – cita Di Biagio – l’art. 1 della legge sopracitata ha statuito che tutte le Pubbliche Amministrazioni “nel rilasciare attestazioni, dichiarazioni, documenti in genere a cittadini italiani nati in Comuni già sotto la sovranità italiana ed oggi compresi nei territori ceduti ad altri Stati, ai sensi del trattato di pace con le potenze alleate ed associate, hanno l’obbligo di riportare unicamente il nome italiano del Comune di nascita, senza alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene””.
Ma, spiega il senatore, “nonostante l’emanazione di tale legge, le pubbliche amministrazioni non si sono adeguate al dato normativo con la conseguenza che la disposizione di cui all’art. 1 non ha trovato concreta applicazione; ciò è stato oggetto di diverse segnalazioni e denunce da parte delle associazioni degli esuli che subivano e subiscono gravi ed evidenti disagi da tale disfunzione. Per tale motivo, il Ministero dell’Interno nel 2007 ha emanato una successiva circolare al fine di favorire la corretta applicazione della legge n. 54 del 1989: in particolare con la circolare n. 42 del 31 luglio 2007 sono stati comunicati alle Pubbliche amministrazioni gli elenchi dei Comuni appartenenti ai territori ceduti alla ex Jugoslavia suddivisi in un allegato A contenente l’elenco dei Comuni che dal 15 settembre 1947 sono passati a far parte del territorio della ex Jugoslavia, sulla base del Trattato di Parigi ed in un allegato B contenente l’elenco dei Comuni ceduti alla ex Jugoslavia in base al Trattato di Osimo, entrato in vigore il 3 aprile 1977”.
Pertanto, spiega ancora Di Biagio, “in applicazione della norma sopra citata, le persone nate prima del 15 settembre 1947 in un Comune incluso nell’allegato A devono risultare nei documenti come nate in quel Comune e non già come nate nello Stato al quale il Comune è stato ceduto; la stessa regola vale per coloro che sono nati anteriormente al 3 aprile 1977 nei Comuni inclusi nell’allegato B; nella circolare del Ministero dell’Interno indirizzata ai Prefetti si evidenzia la necessità, al fine di evitare ulteriori inadempimenti a carico degli interessati, di portare a conoscenza dei Sindaci il contenuto della circolare, vigilando sulla sua tempestiva e corretta applicazione, oltre che sensibilizzare altri soggetti, quali Ferrovie dello Stato, l’Inail, l’Inps, gli uffici della motorizzazione civile, le Aziende Sanitarie Locali, sul corretto adempimento degli obblighi connessi all’applicazione della legge in oggetto; successivamente si è resa necessaria l’emanazione di una Direttiva a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, tesa a chiarire i principi di applicazione della legge 54/1989, sia per tutte le amministrazioni pubbliche, che per gli organismi privati interessati”.
“Tale Direttiva del 5 luglio 2012, – chiarisce ancora il senatore eletto in Europa – oltre a riportare l’elenco dei comuni italiani fino al 15 settembre del 1947 ed al 3 aprile del 1977 (con tanto di codice ISTAT, codice catastale, indicazione della Provincia e sua sigla), all’articolo 5 indica l’utilizzo del servizio on-line per la lettura del Codice Fiscale quale strumento per dirimere eventuali controversie. Da parte delle Associazioni degli Esuli, tale strumento è stato ritenuto estremamente utile, poiché l’Agenzia delle Entrate ha sviluppato negli anni sistemi software in grado di non commettere errori di interpretazione. Tuttavia la legge non prevede l’obbligo di utilizzo dello strumento on-line dell’Agenzia delle Entrate nel caso di lettura del codice fiscale, ciò implica che i codici fiscali delle persone nate in Comuni passati all’ex-Jugoslavia vengano malamente interpretati dai sistemi anagrafici informatizzati sviluppati privatamente. L’articolo 6 della Direttiva Monti non istituisce una sanzione specifica per la non applicazione della norma ed indica genericamente il Ministero dell’Interno quale Istituzione per l’attuazione della direttiva”.
“Il 12 febbraio 2015 – ricorda Di Biagio – si è tenuto un tavolo di confronto tra la Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati e il Governo, che fra i diversi temi ha affrontato proprio questo dei problemi anagrafici: in quella sede la Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, al fine di risolvere definitivamente la questione, ha proposto l’adozione di una serie di semplici accorgimenti quali rendere obbligatorio l’utilizzo del servizio on-line messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate per la lettura dei Codici Fiscali, introdurre una sanzione specifica per i trasgressori e indicare l’Ufficio competente presso il Ministero dell’Interno preposto per l’applicazione della normativa, in maniera tale che l’Associazione od il singolo cittadino, una volta rilevato il problema, possa inoltrare l’opportuna richiesta per l’applicazione della norma. Purtroppo ancora oggi solo il 25% circa delle pubbliche amministrazioni si è adeguato alle disposizioni della legge n. 54 del 1989 con evidenti disagi anche di carattere pratico per i soggetti coinvolti che si ritrovano con dei codici fiscali incompleti, quindi inservibili al sistema elettronico dei data base”.
Posto che “trattandosi di soggetti per lo più di età avanzata sarebbe il caso che tale problematica derivante da una macchinosa e lenta burocrazia, venisse al più presto definitivamente risolta e non già con il decesso dei soggetti coinvolti”, Di Biagio chiede ai Ministri se “siano a conoscenza della problematica indicata in premessa e quali provvedimenti, ciascuno per le rispettive competenze, intendano adottare al fine di assicurare la corretta ed uniforme applicazione della Legge n. 54 del 1989”.(aise) 

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