Le presunte irregolarità del voto all’estero

Una polemica dietro l’altra su brogli e irregolarità ancora “presunti”, denunciati sulla stampa, ma non all’autorità giudiziaria, che creano una cortina di fumo sul voto all’estero che sarà difficile da diradare, anche dopo il referendum.

In scena questa volta deputati 5 stelle e della Lega Nord con tre nuove interrogazioni sulla regolarità del voto e le mancanze della Farnesina. Da un lato notizie di giornale su un cittadino italiano a Praga che ha ricevuto il plico due volte oppure sul materiale elettorale inviato a defunti in Sud America, e “segnalazioni”, dice il deputato leghista Pini, “da Londra, da Capo Verde, dal Senegal e da tantissimi Paesi di rischi altissimi, ci sono dei dubbi significativi sul fatto che il voto referendario, per quello che riguarda la Circoscrizione Estero, possa essere in qualche modo condizionato da dei brogli”. Dall’altro il “che cosa state facendo?” rivolto alla Farnesina da Daniele Del Grosso, dei 5 stelle, che cita il rapporto del 2013 di Cristina Ravaglia e il viaggio in Sud America del Ministro Boschi.

A rispondere il Ministro degli esteri Gentiloni, ma non basta. Secondo Pini la risposta del Ministro “offende la nostra intelligenza”, per i 5 stelle semplicemente è inutile perché “tanto non ci fidiamo”.

Il dubbio che alle interrogazioni non si voglia una risposta ma solo avere una cassa di risonanza alla polemica del giorno diviene sempre più fondato.

“So bene che il voto per corrispondenza presenta delle caratteristiche particolari, capisco l’attenzione particolare per l’importanza della posta in gioco e capisco che questa attenzione deriva anche dall’estrema incertezza del risultato. Tuttavia, tutto ciò non può giustificare atteggiamenti io credo denigratori, e quindi innanzitutto i nostri concittadini che vivono e lavorano all’estero non sono italiani di serie B, tanto meno sono dei potenziali imbroglioni, la rete diplomatica o consolare applica la legge in modo corretto e imparziale”, esordisce Gentiloni rispondendo a Gianluca Pini. “Circa alcuni dei casi che venivano segnalati, i miei uffici mi riferiscono innanzitutto, per quanto riguarda casi di eventuali duplicazioni di plichi elettorali, segnalati a Praga, nella Repubblica Ceca, che si è trattato di un errore materiale della tipografia. In ogni caso, un eventuale tentativo di utilizzare in modo doppio il voto sarebbe immediatamente identificabile in sede di scrutinio, tramite il codice elettore, e conseguentemente il voto doppio sarebbe annullato. Ricordo tra l’altro che la legge prevede conseguenze penali per chi cerca di votare due volte e che di questo, come previsto dalla legge stessa, tutti gli elettori sono stati informati nel plico elettorale che hanno ricevuto”.
“Per quanto riguarda gli elenchi degli elettori residenti all’estero, l’elenco generale è predisposto dal Ministero dell’interno e da tempo si è convenuto che questo elenco sia consegnato dal Viminale agli aventi diritto che in Italia ne facciano richiesta. Escludo – ha aggiunto il Ministro – che il materiale elettorale inviato nelle nostre sedi diplomatiche possa contenere propaganda referendaria. Infine, quanto a ipotetici casi di compravendita di voti, ove se ne sia a conoscenza e ove ne venissero informate le nostre sedi diplomatiche, ovviamente le sedi hanno il dovere di sporgere immediatamente denuncia alla procura della Repubblica, come si è sempre fatto e come si fa anche in Italia per eventuali casi del genere nel voto nazionale”.

E ancora, rispondendo a Del Grosso: “noi stiamo facendo molto, lo dico all’onorevole interrogante, perché è un’attività molto complessa e impegnativa per la struttura diplomatica e consolare della Farnesina. Non è nuova, nel senso che ricordo di nuovo che la legge è del 2001, è stata applicata in 3 elezioni politiche nazionali, in 6 referendum, su un totale di 15 quesiti, anche sul referendum costituzionale, ma capisco perfettamente che l’incertezza che caratterizza questo referendum spinga a mettere sotto i riflettori un problema di cui magari qualche anno fa ci si è occupati di meno”.

“Vede, – ha aggiunto il Ministro – io sono sensibilissimo alle irregolarità nei procedimenti elettorali, in Italia e all’estero, nelle elezioni comunali e in quelle per i referendum, e spero che anche il suo gruppo, il gruppo di Cinque Stelle, sia altrettanto sensibile. Cosa stiamo facendo?? Stiamo impegnando la nostra struttura – pensi – da prima dell’estate; sono 196 le sedi diplomatiche impegnate, abbiamo inviato 4 milioni di plichi. Possiamo, credo, garantire naturalmente non l’infallibilità, perché il voto per corrispondenza è diverso dal voto diretto nei seggi, ma tuttavia siamo in grado di garantire che, qualora ci siano dei nostri concittadini che per qualche ragione – per esempio per il fatto che le anagrafi dei loro comuni non hanno aggiornato la lista dei residenti all’estero – non ricevano la scheda elettorale, possano rivolgersi al consolato e votare attraverso il consolato”.

“È un po’ quello che si faceva in Italia quando a qualcuno non arrivavano i certificati elettorali nell’abitazione”, ha aggiunto il Ministro. “In altre parole voglio dire che, anche in caso di disfunzioni, il sistema ha gli anticorpi al proprio interno per evitare che queste disfunzioni mettano in forse la regolarità del voto e, tanto meno, il responso delle urne. Quindi, penso che sia un dovere di tutti noi, se crediamo alla funzione delle istituzioni, del Parlamento e di chi ha a cuore l’interesse pubblico, non alimentare voci e sospetti su brogli o presunti brogli, perché sembra quasi voler mettere le mani avanti, ma, se ci sono elementi, denunciarli, e la Farnesina, di fronte a tutti gli elementi le vengono rappresentati – come ho fatto prima per quanto riguarda Praga e altre cose – è in grado di fornire risposte”.

Nella sua replica, Pini ha detto a Gentiloni di “non venire qui, anche per un rispetto all’intelligenza dei presenti, anche se sono pochi in quest’Aula, a ribaltare la situazione: nessuno ha parlato di cittadini di serie B, semplicemente abbiamo parlato di una cialtronaggine di chi, incaricato di diffondere il plico elettorale in maniera puntuale, questa cosa non l’ha fatta”.
Del Grosso è ancora più esplicito: “Lei, Ministro, ieri ha detto che la buttiamo in caciara perché non siamo sicuri di vincere – queste sono state le sue testuali parole – ma, Ministro, noi non è che la buttiamo in caciara perché non siamo sicuri di vincere; noi non ci fidiamo di voi, questa è la verità, non ci fidiamo di voi?! Utilizziamo un metodo per votare all’estero che, per l’amor di Dio, di certo non è colpa sua, è lo stesso metodo che utilizza un turista per inviare una cartolina del London Bridge da Londra, questo utilizziamo”.

E ancora: “voi sapete benissimo che questo referendum si giocherà all’estero; certamente non siete fessi, ve la volete giocare al massimo, ma bisogna porre fine a questa situazione. Non dobbiamo mandare legioni di carabinieri all’estero per controllare brogli elettorali, ma bisogna adottare una misura che garantisca il voto, ci vuole onestà. Noi non sappiamo chi scrutina il voto all’estero, non sappiamo chi fa le spedizioni, come vengono trasportati; una badante o un bambino di dieci anni potrebbe prendere la raccomandata, votare e rispedirla indietro. Questa è la verità di oggi: votare all’estero è come inviare una cartolina per un turista”.

(aise) 

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