Importante passo avanti per la ricerca – Giovane italiano identifica nuovo meccanismo responsabile dello scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata

Pochi mesi fa a Dallas durante la tredicesima conferenza dei ricercatori italiani nel mondo, ebbi modo di conoscere il giovane ricercatore Dr.Gabriele Schiattarella, pieno di entusiasmo negli studi che stava svolgendo e che oggi mette a conoscenza del mondo scientifico i primi risultati a seguito di studi e test riguardanti lo scompenso cardiaco che rappresenta la prima causa di morte
nel mondo occidentale per il quale ci sono poche terapie. “Per me e’ motivo di orgoglio leggere i risultati della ricerca nella prestiguosa rivista scientifica Nature, e poter evidenziare l’ottimo lavoro del connazionale Schiattarella tra le eccellenze italiane nel mondo”.
Vicenzo Arcobelli
Articolo Nature

Scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata: identificato un nuovo meccanismo responsabile della malattia

Aumentata infiammazione e incremento dei radicali dell’ossido nitrico nelle cellule cardiache riducono l’elasticità del muscolo cardiaco aumentando il rischio di scompenso. Lo studio su Nature.

La malattia

Lo scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata (Heart Failure with Preserved Ejection Fraction; HFpEF), è una complessa sindrome clinica caratterizzata dalla presenza di segni e sintomi dello scompenso cardiaco in presenza di una “frazione di eiezione” cardiaca – indicativa della percentuale di sangue emesso dal cuore ad ogni battito cardiaco – “normale” o “quasi normale”. L’HFpEF rappresenta attualmente uno dei maggiori problemi di salute pubblica costituendo il 50% dei pazienti con scompenso cardiaco e a causa dell’invecchiamento generale della popolazione, è stimato che la sua frequenza continui a crescere nei prossimi anni. Attualmente non esistono terapie efficaci in grado di curare o rallentare la progressione della malattia a causa della scarsa conoscenza dei meccanismi alla base di tale comune e mortale sindrome.

Lo studio

In questo lavoro – pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista Nature – sono stati individuati alcuni dei meccanismi alla base di tale complessa sindrome. Utilizzando un approccio basato sia su modelli animali che su campioni di tessuto cardiaco umano da pazienti con HFpEF, i ricercatori della University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas – guidati dall’italiano Gabriele G. Schiattarella, cardiologo e ricercatore formatosi presso l’Università Federico II di Napoli – sono stati in grado di identificare nell’infiammazione e nella presenza di eccesiva produzione di radicali liberi dell’ossido nitrico, la causa principale dell’incompleto rilasciamento del muscolo cardiaco in tale sindrome. <<La presenza di comorbiditá come ipertensione arteriosa, obesità e diabete mellito in tali pazienti, è alla base della disfunzione delle cellule cardiache, che >> – spiega l’autore principale dello studio, il Dott. Schiattarella da Dallas – << diventando più “rigide” non permettono al cuore di riempirsi adeguatamente. La conoscenza dei meccanismi molecolari alla base dell’HFpEF >> – continua il Dott. Schiattarella – << rappresenta una delle sfide più importanti della ricerca cardiovascolare moderna. I nostri dati suggeriscono che l’eccessiva e inappropriata attivazione della proteina infiammatoria “iNOS” nelle cellule cardiache è alla base di tale sindrome. Pertanto, strategie terapeutiche mirate a ridurre l’infiammazione possono essere di estremo beneficio per i pazienti con HFpEF. Spero che i nostri risultati >> – conclude Schiattarella – << possano contribuire ad aumentare l’interesse per ricerche finalizzate al chiarimento dei meccanismi fisiopatologici e allo sviluppo di nuove terapie per questa frequente e letale sindrome>>.

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