Garavini, Schirò, Ungaro (PD): Negato l’aumento della pensione minima ai residenti all’estero

“Totalmente disattese le promesse del governo gialloverde. Gli italiani all’estero trattati a pesci in faccia. In campagna elettorale Lega e 5 stelle promettevano: “La pensione minima aumenterà a 780 euro per tutti”.  Ma da speranza si è trasformata in una spiacevole illusione per i nostri connazionali all’estero ai quali invece la pensione minima non verrà aumentata.

Infatti l’aumento della pensione minima a 780 euro previsto da questo Governo – che sarebbe stato un toccasana per tante famiglie in stato di povertà – non solo è stato subordinato ai redditi ma anche alla residenza in Italia: almeno 10 anni in totale di cui 2 consecutivi e immediatamente precedenti la presentazione della domanda. Esclusi quindi tutti i pensionati dell’Inps residenti all’estero, che potenzialmente avrebbero potuto aver diritto all’aumento perché poveri, per il semplice motivo che non possono ovviamente far valere i due anni consecutivi di residenza in Italia immediatamente prima della presentazione della domanda.

Sono circa 38.000 le integrazioni al minimo e le maggiorazioni sociali pagate all’estero dall’Inps. Il trattamento minimo della pensione – che quest’anno sarà pari a 513 euro per coloro che ne hanno diritto – è ancora pagabile all’estero nei Paesi extracomunitari, mentre non è più esportabile ed erogabile nell’Unione europea. Si ricorda che la pensione minima è quello strumento economico – previsto dalla legge n. 638/1983 – con il quale vengono aiutati quei pensionati con un trattamento pensionistico non sufficiente a garantire loro una vita dignitosa. Per migliaia di nostri pensionati residenti all’estero la pensione minima, concreto e unico mezzo di sostentamento, è comunque subordinata ai redditi familiari e all’importo della pensione estera.

Certamente si può sostenere che la pensione di cittadinanza di 780 euro è una prestazione assistenziale di integrazione del reddito familiare e non dell’assegno pensionistico. Ma allora “l’eliminazione della povertà”, di cui parla il vice-premier Di Maio, è un concetto che vale solo per gli italiani residenti in Italia oppure, come affermato recentemente con tanta magniloquenza dal Sottosegretario Ricardo Merlo “non c’è differenza tra italiani in Italia e italiani all’estero”. A noi sembra che per questo Governo la differenza c’è, eccome”. Lo dichiarano i parlamentari PD eletti in Europa, Laura Garavini, Angela Schirò e Massimo Ungaro, a commento del provvedimento del Governo sul reddito di cittadinanza e pensioni.

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