Elezioni 2018: chi si gioca la partita nei seggi all’estero

Già al via la corsa al voto per chi vive fuori dall’Italia. Ci sarà un codice antibrogli sulle buste con le schede. Ecco su chi puntano le liste

La Farnesina, dove ha potuto, ha chiesto ai consolati di far stampare un codice a barre «antibrogli» sulle buste con le schede da inviare a casa di 3,5 milioni di italiani residenti all’estero. Stavolta, dunque, non sarà facile dichiarare che il plico non è stato recapitato per poi chiedere il duplicato con cui votare una seconda volta. Ma nei Paesi in cui i corrieri sono meno affidabili, in Sud America, la caccia alle buste è aperta. E il 21 febbraio, quando le operazioni di voto all’estero saranno in corso, la Corte costituzionale è pure chiamata a discutere un ricorso sollevato dal Tribunale di Venezia in cui il giudice Silvia Barison mette in dubbio la segretezza del voto. Nella circoscrizione estero (si eleggono, con le preferenze, 6 senatori e 12 deputati) la corsa al voto è già partita perché le schede devono essere rispedite ai consolati in anticipo rispetto al 4 marzo: quella sera, infatti, i plichi saranno aperti a Castelnuovo di Porto (Roma). In Europa (5 deputati e due senatori), il Pd spera di riconfermare 3 parlamentari: Laura Garavini che passerebbe al Senato, Gianni Farina e l’ex grillino Alessio Tacconi che tempo fa ha sposato la causa dem.

Il giovane marocchino

Per far scattare un seggio servono 150 mila voti ma la piazza europea è molto contesa. Si stanno preparando Gabriella Carlucci (ex di FI, sorella di Milly) per l’Udc, che all’estero corre da sola. E fino all’ultimo spera Antonio Razzi (Forza Italia) che comunque sponsorizza a Zurigo il professor Gerardo Petta. In campo anche il senatore Aldo Di Biagio ora in lista alla Camera per Civica e popolare di Beatrice Lorenzin, che schiera anche un giovane marocchino, Marco Sallah Eddine Carretta, adottato da genitori italiani. A sinistra, poi, si è creato un mezzo pasticcio carico di rancori personali: il candidato forte di Grasso, il senatore Claudio Micheloni, ex Pd poi Mdp, è stato per ora soppiantato dall’ala oltranzista di Sinistra italiana che ha preso in mano LeU in Svizzera e in Belgio: «Con Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio degli italiani all’estero, abbiamo dato disponibilità ma non mi sembra ci siano più le condizioni…», dice Micheloni. Per il M5S c’è il medico legale Maria Cristina Gervasi. Infine rispunta la lista di Massimo Romagnoli, ex di Forza Italia, arrestato nel 2014 in Montenegro per traffico d’armi e detenuto fino a settembre 2017 negli Usa.

Dopo il divorzio

In Sud America le carte le distribuisce il Maie (Movimento associativo italiani all’estero) guidato da Ricardo Merlo che nel 2013, dopo un accordo con l’Udc, ha portato tre parlamentari a Roma. E ora, dopo il divorzio da Lorenzo Cesa, tenta il bis per se stesso, per il medico di Cordoba Mario Borghese e per una new entry: l’avvocato Luis Molossi o Walter Petruzziello, presidente della Società Giuseppe Garibaldi di Curtiba (Brasile). Qui tra i candidati del M5S c’è anche Claudio Barracu, che ci provò già nel 2013. Ma insiste anche la deputata Renata Bueno (Civica e popolare) che a ottobre, quando scattarono le candidature all’estero anche per i residenti in Italia, dichiarò: «Verdini punta al mio seggio». E ieri il Partito repubblicano-Ala dei verdiniani ha presentato il simbolo pure per l’estero. La novità del Nord America (più Messico e Canada) arriva dal Maie, che schiera candidati anche negli Usa: a partire da Augusto Sorriso. Forza Italia punta sulla deputata uscente Angela Rosaria Fucsia Fitzgerald mentre è in corsa per il Pd il cardiochirurgo Pasquale Nestico che affiancherebbe l’uscente Francesca La Marca. Negli Usa, il M5S schiera Fiorenzo Borghi e l’ex carabiniere Alessandro Iossa.

Dino Martirano

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