Incontro alla Farnesina per i direttori degli 83 Istituti Italiani di Cultura nel mondo

Di Raffaella Aronica per “aise

Foto di gruppo, come da tradizione, e poi tutti in Sala Conferenze Internazionali. Sono giunti da tutto il mondo alla Farnesina i direttori degli 83 Istituti Italiani di Cultura sparsi nei cinque continenti per l’annuale conferenza che li vede riuniti in Italia. Ad accoglierli il neo ministro Angelino Alfano insieme ai vertici del Ministero degli Affari Esteri, fra gli altri il segretario generale, Elisabetta Belloni, ed il direttore generale Vincenzo De Luca.

Presenti anche il ministro per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo, Dario Franceschini, il presidente della Dante Alighieri, Andrea Riccardi e importanti ospiti del mondo della cultura, dell’informazione e dell’economia.

Ad introdurre i lavori con un “caloroso augurio di successo per il nuovo incarico” al ministro Alfano, il direttore generale De Luca, che ha pure letto ai presenti il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il capo dello Stato ha sottolineato il “ruolo strategico per la politica estera italiana” svolto dagli IIC, che “veicolano” la nostra identità culturale “con creatività e sguardo rivolto al futuro”, ma senza dimenticare le “radici antiche” della nostra cultura, “spesso in contesti difficili e con risorse limitate”. Gli IIC, ha aggiunto Mattarella, sono “portatori di una idea di cultura nuova, aperta e dialogante”, capace di integrare “antico e contemporaneo”, entrambi “declinazioni di una cultura, viva, eclettica e in continua evoluzione”. Alle istituzioni Mattarella ha affidato il “compito di accompagnare questa evoluzione con dedizione, competenza e idee”, nella consapevolezza che la lingua italiana rappresenta “la cifra identitaria della nostra produzione culturale” e come tale “oggi più che mai è strumento di sostegno alla promozione culturale del nostro Paese”. Sottolineando infine, come già agli Stati Generali di Firenze, l’attenzione ai due concetti di “italofonia e italofilia”, intesi come “percorsi sempre più paralleli e interconnessi”, Mattarella ha concluso ribadendo la forza dell’italiano come “lingua di cultura” e per questo “capitale prezioso e inestimabile da difendere e diffondere”.

Ha preso quindi la parola il ministro Alfano, che salutando per la prima volta i direttori degli Istituti Italiani di Cultura, ha posto l’accento sul concetto di “identità nazionale al tempo della globalizzazione”. Per Alfano “la missione dei nostri ambasciatori di cultura è trovare il modo più intelligente di coniugare identità e globalizzazione”, riconoscendo il valore della nostra identità culturale nazionale, promuovendola nel mondo e comprendendo che “l’idea di globalizzazione non è in contraddizione con il valore dell’italianità”. Lo dimostra il fatto che l’Italia sia “nata prima come nazione di lingua, cultura e letteratura” che come istituzione repubblicana. Il ruolo delle istituzioni, ha proseguito Alfano, è quello di “mettere a valore tutto ciò che noi abbiamo costruito nel corso dei secoli attraverso il talento e il genio italiano”. Il ministro non ha mancato di sottolineare che “sulle basi di questa cultura universalmente riconosciuta nel mondo” poggiano oggi altri ambiti come il design, l’enogastronomia e più in generale l’idea di “buon vivere”, che poi alimenta oggi il “desiderio” di conoscere la nostra cultura nel mondo. D’altra parte, ha osservato Alfano, la cultura rappresenta un terzo del fatturato turistico in Italia; quanto al design, su 100 miliardi di fatturato annui dell’industria del design nel mondo, 34 sono italiani; e se si guarda all’agroalimentare, l’export è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni. Tutti ambiti che rientrano nella sfera di intervento della diplomazia culturale attuata dalla Farnesina e della quale, ha detto Alfano, gli IIC sono, insieme alla rete diplomatico-consolare, il “pilastro”. Ai direttori degli Istituti il ministro ha voluto rivolgere il proprio “attestato di riconoscenza”, ricordando che per promuovere la cultura italiana nel mondo il governo nell’anno finanziario 2017 ha aggiunto 20 milioni ai 10 già previsti, stilando un piano 5mila eventi in più di 120 Paesi.
Lo ha confermato anche il ministro Franceschini, che ha esordito alla Farnesina rivendicando la “recuperata centralità della cultura nei meccanismi strategici del Paese”, sia in termine concettuali sia di “risorse capienti investite nel settore”, che, per Franceschini, “è forse la più forte opportunità” di cui gode l’Italia. “Il messaggio è passato. Ora bisogna lavorare in questa direzione”. A tale scopo, ha reso noto il ministro, Maeci, Mibac, Mse e Miur hanno messo a punto una serie di riunioni per “mettere in collegamento le diverse iniziative che, a vario titolo, i Ministeri realizzano all’estero nel settore della cultura”. Il governo è dunque impegnato “concretamente” in un “lavoro comune” e per invertire la tendenza, destinando nuove risorse alla promozione della cultura italiana all’estero, in particolare attraverso la rete degli Istituti Italiani di Cultura. Come il collega della Farnesina, anche Franceschini ha confermato l’aumento dei fondi: nel 2016 erano previsti 12 milioni, ma con la Legge di Stabilità 2017 ce ne saranno ad altri 20 e poi, via, 30 nel 2018 e 50 nel 2019. “Altri provvedimenti approvati quest’anno (cinema promozione estero) vanno in questa direzione”, come nel caso della promozione del cinema italiano all’estero e del Piano strategico sul turismo approvato dal Consiglio dei Ministri. La crisi di governo non ha consentito invece l’approvazione della norma per l’estensione dell’Art Bonus agli Istituti Italiani di Cultura, ma franceschini ha assicurato: “ci riproveremo”. Intanto “lavorare insieme ci consente anche di programmare: dobbiamo definire priorità e settori su cui il Paese intende intervenire negli anni a venire”, ricordando peraltro che nel 2019, 2020 e 2021 ricorreranno gli anniversari di grandi italiani come Leonardo, Raffaello e Dante. Infine, auspicando che gli IIC diventino sempre più “vetrina all’estero per i nuovi talenti italiani”, Franceschini ha concluso con un annuncio: “in previsione del G7 di Taormina, l’Italia sarà il primo Paese ad organizzare, nella fase preparatoria, un G7 dei ministri della Cultura”, a dimostrazione del “grande spazio” che il governo intende riservare in futuro alla diplomazia culturale. “Vogliamo essere un Paese guida”.

Ha preso poi la parola Andrea Riccardi, presidente della Società Dante Alighieri, che ha focalizzato il suo intervento sulle prospettive dell’insegnamento della lingua italiana e sulle prospettive della Dante, che “ha radici ottocentesche”, ha ricordato, ma è stata troppo a lungo “schiava dell’italnostalgia”. Riccardi ha invocato una maggiore “consapevolezza” sul fatto che “la presenza viva e comunicativa del mondo italiano costituisce una realtà intermedia che arricchisce e ingentilisce la globalizzazione”. In tal senso si assiste oggi ad una “estroversione del nostro Paese dalla italnostalgia a italsimpatia”. Tale “transizione” avviene a due livelli: quello dei Comitati della Dante e quello delle Istituzioni, interessai entrambi da un “processo di ripensamento” sul ruolo della diplomazia culturale. “Il piano di promozione integrata” contenuto nella Legge di stabilità ha anche espresso un’idea di politica culturale”, ha detto Riccardi. “Esiste una politica per una estroversione culturale del nostro Paese”, ha ribadito. Ne fanno parte anche i comitati esteri della Dante, che – attraverso 8mila corsi, 60mila studenti ed un’offerta qualificata – si stanno trasformando in “soggetti capaci di creare simpatia per il mondo italiano e per un mondo in italiano”. Come ha affermato il presidente Riccardi, infatti, “allargare la simpatia per il vivere all’italiana ha indubbie ripercussioni positive sull’economia”, ma non solo. Ha anche una “importanza storica in un mondo globalizzato”, in cui il nostro è un “apporto umanistico che integra, avvicina e collega”, perchè l’Italia, ha concluso, è “potenza culturale gentile e umanistica” che “fa bene anche al mondo”.

Ha chiuso li interventi della sessione inaugurale il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, che, richiamando il concetto di “soft power”, ha affermato: “la nostra intenzione come Rai è fare dello sviluppo e della promozione della cultura italiana la nostra priorità”, nella “consapevolezza” che si tratti di una “forza culturale” unica, come dimostra il successo della Prima di Madama Butterfly alla Scala mandata in onda sul primo canale.
La Rai ha anche prodotto un video sul “Vivere all’italia” che è lo slogan scelto quest’anno per la Conferenza dei Direttori IIC, in programma sino a domani alla Farnesina.

Oggi, moderato dal direttore generale De Luca, va in scena un “dialogo tra direttori e protagonisti della cultura” e delle attività ad essa collegate. Dialogo che vada ad arricchire quel Piano integrato oggi più volte citato, ideato e sviluppato dal Maeci insieme a Mibact, Miur, Dante Alighieri e Rai, che sarà incentrato su alcune aree strategiche, individuate per la loro capacità di creare interazioni più ampie: arte contemporanea, archeologia, design, enogastronomia, internazionalizzazione dei musei e delle università, turismo cultura e cinema.

A proposito di cinema, Vincenzo De luca ha annunciato proprio questa mattina ai direttori degli IIC che nel 2017 la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo avrà per tema “L’italiano al cinema. L’italiano nel cinema”.

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